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L’assistenza sanitaria per le persone senza dimora riceve l’ok della Camera: grande conquista di civiltà

L’approvazione all’unanimità alla Camera della proposta di legge del Partito Democratico, a prima firma di Marco Furfaro, rappresenta una svolta storica per il nostro Paese. Questa legge estende l’assistenza sanitaria alle persone senza dimora, colmando una lacuna che ha escluso fin troppo a lungo migliaia di cittadini dall’accesso ai servizi sanitari di base. Elly Schlein, segretaria del PD, ha definito questa legge “una grande conquista di civiltà che renderà il nostro sistema sanitario nazionale ancora più giusto e inclusivo“.

Un cambiamento necessario

La legge Furfaro si prefigge di restituire il diritto alla salute a decine di migliaia di persone,  oltre 96.000, di cui il 62% di nazionalità italiana che, a causa della mancanza di residenza anagrafica, sono state escluse dal sistema sanitario nazionale. Attualmente, chi non è iscritto all’anagrafe comunale perde il diritto all’assistenza sanitaria, con l’eccezione delle emergenze al pronto soccorso. Questa situazione coinvolge una vasta gamma di persone, tra cui padri di famiglia separati, donne vittime di violenza e persone che hanno perso il lavoro e la casa.

“La politica oggi riesce a dare di sé l’immagine più bella, quella che cambia la vita delle persone in meglio,” ha dichiarato Marco Furfaro, esprimendo la sua felicità per l’approvazione della legge. Questa normativa non solo garantisce il diritto alle cure, ma trasmette un messaggio di solidarietà e vicinanza da parte dello Stato a chi si trova in condizioni di estrema vulnerabilità.

La nuova legge è in perfetta armonia con i principi degli articoli 3 e 32 della Costituzione italiana, che sanciscono rispettivamente il diritto all’uguaglianza e il diritto alla salute. Inoltre, si collega con i fondamenti del Servizio Sanitario Nazionale istituito nel 1978, che prevede l’assistenza sanitaria per tutti, senza distinzione di condizioni individuali o sociali.

La sperimentazione della legge avverrà per due anni, dal 2025 al 2026, in 14 città metropolitane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Con un budget di 2 milioni di euro, questa iniziativa coprirà oltre il 60% delle persone senza dimora presenti nel nostro Paese.

Impatto economico e sociale

L’introduzione di un medico di base per le persone senza dimora rappresenta non solo un atto di giustizia sociale, ma anche un intervento economicamente vantaggioso. Attualmente, le persone senza fissa dimora possono accedere solo ai pronto soccorso per le emergenze, con un costo medio stimato tra i 250 e i 400 euro per singolo accesso. Con l’assegnazione di un medico di base, il costo annuale per persona si ridurrebbe drasticamente a circa 70 euro, coprendo l’80% delle esigenze sanitarie di queste persone e alleggerendo la pressione sui reparti di emergenza.

Marco Furfaro ha sottolineato l’importanza della prevenzione come mezzo per ridurre i costi complessivi della sanità: “Privare dell’assistenza sanitaria di base queste persone è una follia. Investire sulla prevenzione significa risparmiare, e garantire assistenza primaria è un passo fondamentale in questa direzione.”

Un esempio di buona politica

L’approvazione unanime della Camera dimostra un forte consenso politico e un chiaro impegno verso l’inclusione sociale. Il PD, con questa iniziativa, ha dimostrato di mettere i problemi reali delle persone al centro della propria agenda politica. Questa misura, che ora attende l’approvazione del Senato, segna un passo significativo verso un sistema sanitario più equo e inclusivo e afferma i valori fondamentali su cui si basa la nostra democrazia, dimostrando che il progresso sociale è possibile quando si lavora con determinazione e visione.

 

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