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Per la destra la sanità pubblica non è una priorità. L’allarme della Corte dei Conti

Dopo la sconfitta alle amministrative, la destra continua a non avere la sanità pubblica in cima alle priorità dell’azione di governo. L’allarme oggi arriva dalla Corte dei Conti.

“Per garantire le prestazioni sanitarie e ridurre le liste di attesa sono necessari ulteriori interventi; il sistema sanitario, infatti, dopo aver sostenuto uno sforzo corale per limitare gli effetti della pandemia, soffre di una crisi sistemica – accentuata dalla fuga del personale sanitario, non adeguatamente remunerato – cui si deve rispondere con decisioni ed investimenti non più rinviabili, nei campi dell’organizzazione, delle strutture, della formazione e delle retribuzioni, al fine di garantire effettività al diritto alla salute”.

E’ quanto ha affermato il Procuratore generale della Corte dei Conti Pio Silvestri nella requisitoria sul Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio 2023.

In tutto questo la maggioranza che sostiene il governo Meloni non ha trovato nulla di meglio da fare che affossare la proposta di legge Schlein, che aveva come unico obiettivo proprio il potenziamento del sistema sanitario nazionale.

Nascondendosi dietro cavilli burocratici, negano una semplice realtà: servono più risorse sulla sanità pubblica, e servono in fretta. Hanno gettato definitivamente la maschera, certificando che il loro unico interesse è smantellarla.

“Noi non ci fermeremo”, si legge sui canali social del Pd. “La nostra battaglia andrà avanti nel nome di tanti uomini e donne che si sono impegnati per la sanità universale e per dare una risposta ai 4 milioni di italiane e italiani che non riescono a curarsi”.

Braga: “La destra preferisce spendere per il Ponte sullo Stretto”

“Anche la Corte dei Conti chiede piuù investimenti nella sanità. Invece ieri la destra ha bocciato la Legge Schlein: preferiscono spendere per il Ponte sullo Stretto che mettere un euro per abbattere liste d’attesa, assumere medici e difendere il diritto alla salute dei cittadini”. Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.

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