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Sciopero, Bonaldi: “Il governo mortifica la PA, giusto essere in piazza con i lavoratori”

Le ragioni per essere in piazza stamane con CGIL e UIL sono moltissime e tanti sono, in particolare, gli oltraggi di questa manovra ai lavoratori e alle lavoratrici della Pubblica Amministrazione. Scuola, Sanità, Enti Locali, Regioni, Funzioni centrali.
 
Il “disinvestimento” sulla Pubblica Amministrazione portato avanti nella finanziaria 2024 è sconfortante e rivela una prospettiva ideologica: contrarre il perimetro del pubblico ed esternalizzare, non solo servizi, ma anche funzioni.
 
Intanto in questa manovra non è reperibile un dato sui piani di assunzione, in una P.A. in cui l’età media è di poco meno di 51 anni, non vi è un’analisi e un quadro dei fabbisogni occupazionali necessari.
 
Le risorse destinate ai rinnovi dei contratti, tutti scaduti, sono insufficienti e mancano quelle per stabilizzare i precari, i contratti di molti dei quali sono a rischio, con gravi ripercussioni ad esempio sul fronte degli operatori giudiziari e di coloro che sono stati assunti per i progetti del PNRR.
Non si sbloccano nemmeno i fondi per il riconoscimento di premialità nelle funzioni centrali e negli EE.LL., alla faccia di tanta propaganda su merito e valorizzazione della performance individuale.
 
Uno dei paradossi, molto evidente nel comparto sanità, ma anche in quello della sicurezza, è che, invece di assumere personale, per contrastarne la carenza si va nella direzione di sbloccare e incentivare gli straordinari. Posto che nella Sanità pubblica già oggi i medici, e con loro tanto personale sanitario, spesso arrivano a 48-50 ore settimanali e che tra un turno e l’altro, devono necessariamente trascorrere 11 ore di riposo, andare nella direzione di fare cadere il vincolo orario di lavoro settimanale è un pessimo segnale, indice probabilmente di un nuovo, inaccettabile paradigma.
 
Anche sullo scorrimento delle graduatorie degli idonei non c’è il minimo segnale di apertura, in una P.A. nella quale 300.000 operatori andranno in pensione nel 2026 e altri 400.000 se ne aggiungeranno nel 2030, si rinuncia a fare entrare 35mila persone che già hanno superato un concorso pubblico e sarebbero già immediatamente a disposizione, rimandando a futuribili, non definiti concorsi.
 
Non c’è non c’è traccia del “posto figo” raccontato al telefono a Orietta Berti, che peraltro, rappresentato come una caricatura, non ha il minimo appeal sui giovani e su chi vuole investire sui propri talenti. Non c’è traccia di un minimo sindacale di investimento e pianificazione sulle Pubbliche Amministrazioni del presente e del futuro.
 
Delle due l’una: o il Ministro alla Funzione Pubblica Zangrillo ha scientemente lavorato per frustrare e ferire la P.A., riducendone il perimetro, con misure inadeguate e mortificanti e sarebbe gravissimo, oppure è stato messo all’angolo e le sue richieste sono state disattese. Ne tragga le conclusioni“.
 
Così Stefania Bonaldi, responsabile PD Pubblica amministrazione, Professioni e Innovazione, in una nota sullo sciopero del 17 novembre 2023.

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