“Che nella prossima finanziaria si vogliano destinare 150milioni di euro alla “assistenza materna” è un fatto positivo e da incoraggiare, magari chiamandola “assistenza genitoriale“, se vogliamo creare davvero una società paritetica, in cui fin dai primissimi giorni anche i papà siano pienamente ingaggiati nei compiti di cura.
Ma per fare questo non c’è assolutamente bisogno di inventarsi una nuova figura professionale (peraltro con un corso di formazione di 6 mesi?!?) perché le professionalità deputate e competenti (e ben formate) ci sono già.
Lo standard che si immagina è di 20 ore di “consulenza” e affiancamento nei primi sei mesi di vita del bambino. Mi pare evidente che non si tratti di babysitting o di semplice compagnia, 20 ore in 180 giorni sarebbero una miseria, quanto piuttosto di profili qualificati, come quelli, già esistenti, di ostetriche e puericultrici, che possono essere di supporto con consigli e con un affiancamento competente e la capacità di cogliere anche quando la situazione richiede eventualmente il coinvolgimento di altre professionalità, come l’assistente sociale o lo/a psicoterapeuta.
Perché non investire dunque queste risorse destinandole al potenziamento del numero e della presenza delle ostetriche e puericultrici negli ospedali pubblici e sul territorio, magari per riempire i muri sempre troppo vuoti delle case della comunità?
Potenziamo il SSN territoriale con queste figure, che già esistono e possono offrire un supporto qualificato e competente, senza inventarci profili nuovi, vaghi e poco formati”.
Lo scrive, in un post su Facebook, Stefania Bonaldi, responsabile Pubblica amministrazione, professioni e innovazione nella segreteria Pd.