“La PA è un settore straordinario ed entusiasmante (che comprendere Enti Locali e Centrali, ma anche Sanità e Istruzione) che, prima di essere riformato, necessita di un poderoso piano di assunzioni (da qui al 2030 si prevedono 700mila pensionamenti) e di essere irrorato di risorse (i CCNL sono scaduti da tempo e i livelli stipendiali sono medio bassi, sulla contrattazione decentrata i tetti di spesa sono bloccati da anni), ma anche di nuove abilità competenze, più tecniche, perché il mondo evolve e la P.A. deve essere all’altezza delle nuove sfide”, così Stefania Bonaldi, responsabile nazionale PD Pubblica amministrazione, Professioni e Innovazione, in un post su Facebook, parlando del suo intervento al Congresso Nazionale Direl – Federazione Nazionale Dirigenti degli Enti pubblici.
“Soprattutto, a livello locale, mancano ingegneri, architetti, geologi, agronomi, informatici, ma anche geometri, educatori, assistenti sociali, per non parlare di medici, infermieri e professioni sanitarie, e se non si affronta questo problema in modo strutturale, nella P.A. si continuerà a fare “le nozze coi fichi secchi”, mortificando chi ci lavora e frustrando le attese di chi si rapporta ai servizi pubblici”.
La Bonaldi aggiunge: “Segretari comunali e dirigenti, figure strategiche per cambiare il volto della P.A., specie negli Enti Locali, devono essere in grado di rispondere alle attese degli amministratori, ma prima ancora, dei cittadini, che devono essere l’obiettivo e il focus di ogni politica”.
“Dalla Camera al Senato è passato alla discussione un disegno di legge sul rafforzamento della P.A., che altro non è che la conversione di un decreto legge. E un altro decreto legge, stile omnibus, è già in agguato, sempre sulla P.A. Ma la Pubblica Amministrazione non si riforma coi decreti legge, che mettono rattoppi e affrontano temi e questioni senza visione, la Pubblica Amministrazione si rafforza prima di tutto assegnando adeguate risorse, e poi capendo se le tante riforme e novità portate in questi anni danno frutto e sono attuate. Infine, con proposte serie, articolate, strategiche, che nascano da confronto con gli attori in campo e le rappresentanze sociali di chi nella P.A. ci lavora e conosce, da dentro e dal basso, i suoi limiti, le sue straordinarie potenzialità e le possibili soluzioni alle criticità”, conclude.