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Gentiloni: “La priorità è il Pnrr”

Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, in una intervista a “la Repubblica” spiega che “nel 2022 l’Italia è cresciuta più della media europea, più degli Stati Uniti e della Cina: mai avrei pensato che potesse succedere. Ora siamo di fronte a un 2023 pieno di incertezze.

L’Italia – osserva l’ex premier – viene da 20-30 anni di livelli più bassi di quelli della Germania: come riusciamo a promuovere investimenti e a frenare l’inflazione? Queste due cose si tengono insieme mirando di più la spesa pubblica e usando il Pnrr.

In Italia si presta attenzione al Ponte sullo Stretto e alla flat tax ma c’è un problema di estrema attualità che è il Pnrr, al quale non si presta abbastanza attenzione”.

L’altra sfida è “quale ruolo vuole svolgere l’Italia sulla transizione ambientale. La seconda manifattura europea non può essere relegata ad una politica che strascina i piedi o che sogna di tornare ad altre epoche. La transizione c’è e non si può essere l’ultimo vagone del treno che cerca di trattenere gli altri, perché così non si va da nessuna parte”.

Nello scenario delle priorità dell’economia italiana si innesca una fase di crisi finanziaria. Siamo di fronte a inflazione in crescita, tassi alti e salvataggio di due banche significative in due delle regioni più ricche del pianeta, Silicon Valley e Svizzera: “Le due crisi – osserva il commissario – hanno investito due banche lontanissime l’una dall’altra, con motivazioni diversissime. La reazione delle autorità monetarie in tutto il mondo è stata forte e rapida, al di là del merito delle decisioni.

Siamo in un contesto di estrema volatilità: dobbiamo rassicurare sul fatto che le nostre regole di supervisione del sistema bancario sono forti, valide”. Poi un semplice dato: “nel Mezzogiorno abbiamo indirizzato dal Pnrr 86 miliardi in un periodo di 4-5 anni, tra prestiti e trasferimenti.

E’ una cosa enorme, che di per sé può aumentare la quota di Pil del Sud rispetto al Pil nazionale, cosa che è iniziata solo negli anni Settanta e all’inizio degli anni Ottanta. Ci rendiamo conto di che cosa vuol dire questo, o stiamo solo preparandoci a dire che ‘era troppo vincolante, era ‘impossibile’, e a perdere una occasione?”.

 

“Io vorrei – conclude Gentiloni – che questa fosse una ossessione per le classi dirigenti italiane: perché dal dilemma inflazione/crescita si esce avendo politiche di bilancio meno universali e più mirate e usando le risorse europee“.

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