“Un reato non si abolisce perché “non ci sono i numeri”. Quando abolisci un reato c’è una scelta precisa, quella di non considerare penalmente rilevante quella condotta. Bisognerebbe fare una legge sul conflitto di interessi, ragionare meglio sulla modifica del Testo unico della Pubblica Amministrazione. Anche perché quel reato in molti processi è il vero snodo di reati corruttivi”, inizia così Enza Rando, responsabile nazionale PD Contrasto alle mafie, Legalità e Trasparenza, in merito alla Riforma Nordio che prevederebbe l’abolizione del reato di abuso di ufficio e aggiunge: “L’abolizione dell’abuso d’ufficio si inserisce nell’indebolimento di alcuni strumenti che sono invece dirompenti rispetto alle organizzazioni mafiose che ancora oggi hanno rapporti con la cosiddetta zona grigia. Soprattutto in una fase di enormi risorse in arrivo con il Pnrr”.
“La Commissione antimafia è espressione di diverse forze politiche, spero non si scada nello scontro. La lettura sistemica dei segnali di questo governo ci dice che ogni giorno c’è un indebolimento nella lotta contro le mafie. Nordio ogni giorno ci propina proposte di indebolimento. E sono segnali inquietanti. I procuratori auditi fino ad oggi ci hanno confermato che gli strumenti antimafia a disposizione sono ottimi e vanno preservati. Credo che le parole di Ciotti e Borsellino disegnino una realtà inquietante. Dobbiamo prenderci cura delle leggi scritte con il sangue di persone uccise dalla mafia”.
Rando chiude spiegando quali sono gli “strumenti intoccabili” per la lotta alle mafie: “Dalla legge La Torre-Rognoni, il Codice antimafia, le misure di prevenzione, alle misure amministrative (penso alle interdittive). Non dobbiamo fare toccare le leggi sulla corruzione e sull’abuso d’ufficio (ce lo dice l’Europa). Dobbiamo ragionare anzi in un’ottica europea, pensando a una legislazione comune. Senza dimenticare la giustizia sociale, soprattutto in certi territori”.
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