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Emergenza suicidi in carcere, il governo è inerte ma non si può aspettare oltre

Sono arrivati alla vergognosa cifra di 44 i suicidi nelle carceri italiani, con i 4 dell’ultimo weekend. Persone in custodia allo Stato, spesso in attesa di giudizio – 16 sulle 44 vittime di questo 2024, troppo frequentemente recluse in condizioni impossibili.

Intollerabile l’inerzia del Governo. Non c’è più tempo

“Diciamo da tempo che non si può aspettare oltre”, scrive in una nota il Partito democratico, sottolineando la costante presenza, attraverso visite ispettive dei propri parlamentari nelle carceri italiane. “Nel mese di aprile – ricordano i dem – abbiamo lanciato l’iniziativa ‘Bisogna aver visto’, proprio per sollecitare la massima attenzione su una vera e propria emergenza nazionale”.

Eppure, si legge ancora nella nota del Partito democratico, a nulla sono valsi i richiami e gli appelli, a una doverosa maggiore attenzione. “Il Governo è inerte e con le decisioni prese fin qui ha solo peggiorato le condizioni di vita e di lavoro negli istituti penitenziari italiani. Occorre intervenire sul sovraffollamento oramai fuori controllo e spingere sulle misure alternative al carcere per le pene brevi ed approvare il più in fretta possibile quei provvedimenti, alcuni dei quali già adottati durante la pandemia come la scarcerazione anticipata per chi è a fine pena. Ricordiamo che la liberazione anticipata è già all’esame del Parlamento ma che per questa maggioranza sono prioritari altri provvedimenti come la prescrizione, l’abolizione dell’abuso d’ufficio o il pacchetto sicurezza. È intollerabile che il Governo e la maggioranza continuino ad assistere ai suicidi in carcere senza far nulla e voltandosi dall’altra parte. Basta. Non c’è più tempo”.

Antigone: Governo e Parlamento si occupino di questa emergenza nazionale

L’Associazione Antigone, che si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale, denuncia una vera e propria emergenza nazionale. “Ariano Irpino, Biella, Sassari, Teramo. Sono le quattro Carceri dove tra venerdì e sabato, in 24 ore, si sono suicidate le ultime quattro persone detenute – ricorda Antigone – Ultime delle, finora, 44 che si sono tolte la vita in un istituto di pena nei primi 5 mesi e mezzo del 2024, una ogni quasi tre giorni. Un numero che se continuasse a crescere a questo ritmo porterebbe il 2024 a superare il tragico dato del 2022 quando i suicidi in prigione furono 85”. “Se in una città di 60.000 abitanti si suicidassero 44 persone in pochi mesi non parleremo di altro“, sottolinea Antigone, chiedendo con urgenza “provvedimenti che portino ad una riduzione del peso sulle Carceri attraverso la concessione di misure alternative”.

Dalla possibilità di fare telefonate, all’assunzione di personale, all’alleggerimento dell’isolamento, dall’esclusione della violenza nella vita in carcere alla modernizzazione delle pene, sono molti gli interventi possibili per una vita in carcere piena di inziative e ben diversa da quella che conosciamo, secondo quanto riporta Antigone. L’associazione invita, infine, il governo a ritirare il ddl sicurezza “che va verso una strada che è l’opposto di quanto servirebbe”. In particolar modo, “l’introduzione del reato di rivolta penitenziaria, che punisce con una pena fino a 8 anni anche la resistenza passiva e la protesta non violenta, lascerà alle persone detenute come unico strumento per far emergere le difficoltà e le problematiche il proprio corpo, con un prevedibile aumento di atti di autolesionismo e suicidi”, conclude Antigone.

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