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Perché è importante un maggiore impegno sulla medicina di genere

Oggi 22 aprile si celebra la 9 “Giornata Nazionale della salute della donna”, istituita con Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 giugno 2015, nata in questa data ricordando la nascita della scienziata Rita Levi Montalcini.

Ricordo la 1 giornata del 22 aprile del 2016 quando partecipammo con entusiasmo in tante e in tanti a quel primo incontro organizzato dall’allora Ministra Beatrice Lorenzin e con piacere ho notato che si è mantenuta la tradizione di una giornata simbolica dedicata alla salute della donna.

È giusto e doveroso ricordare che il salto qualitativo per migliorare la salute della donna è quello di una migliore appropriatezza clinica, ciò che con l’art. 3 della legge 3 /2018, che ugualmente ha avuto come promotrici la sottoscritta e Lorenzin, abbiamo sinteticamente denominato come “medicina di genere” e come prevede il Piano Nazionale per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere, che può portare le donne ad essere curate in modo equo ottenendo attraverso un impegno sistematico di comparazione dei dati scientifici, rilevati da specifiche ricerche, sulla salute dell’uomo, della donna e di persone di identità sessuale non binaria.

È doveroso ricordare che servono più fondi per finanziare ricerche in ambito farmacologico, dove purtroppo ancora adesso non si tengono in considerazione nei trials clinici le differenze tra uomo e donna. Non fa ben sperare e dispiace constatare che purtroppo il recente insediamento del nuovo CdA di Aifa vede solo uomini e mancherà di certo il ruolo delle professioniste donne.

Auguro buon lavoro agli enti che si sono prodigati ad organizzare eventi o ambulatori aperti, sperando comunque sia condiviso che il passo successivo sia l’impegno comune per la diffusione dell’approccio attento alle differenze di sesso e genere in ogni fare e aspetto della salute, diagnosi, cura e riabilitazione anche attraverso l’azione più importante che è la formazione, come prevede il Piano Formativo per la Medicina di Genere, emanato con decreto del marzo 2023 e cofirmato dalla Ministra dell’Università Bernini e dal Ministro della Salute Schillaci in attesa di essere applicato.

di Paola Boldrini

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