“La Fondazione Gimbe, analizzando i dati OCSE sulla spesa sanitaria dei Paesi maggiormente sviluppati, con la consueta precisione rilancia l’allarme sulla condizione di sotto finanziamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale. I numeri sono chiarissimi e impietosi: con il 6,2% sul Pil l’Italia è fanalino di coda in Europa e ultimo Paese del G7 per investimento sulla spesa pubblica per la salute. È sempre più chiaro che siamo ad un bivio e che, per salvare il nostro SSN, ridurre le liste d’attesa, contrastare le diseguaglianze crescenti e restituire dignità e attrattività alle professioni sanitarie, serve una svolta nelle risorse destinate alla sanità”. Lo dichiara in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità della segreteria nazionale del Pd.
“Da giorni – spiega Sereni – leggiamo indiscrezioni sul prossimo Piano Strutturale di Bilancio da mandare a Bruxelles tra poche settimane e sulla manovra di Bilancio 2025. Ma niente, nemmeno i deboli auspici del Ministro Schillaci, fanno sperare che il Governo abbia la volontà di dare risposte concrete che vadano nella direzione che noi avevamo indicato con la Legge Schlein: una definitiva inversione di tendenza per un incremento progressivo e pluriennale della spesa sanitaria italiana fino ad allinearla alla media europea da cui, dopo gli sforzi straordinari del periodo Covid, abbiamo ricominciato ad allontanarci. Anche il centrosinistra in passato – aggiunge – ha sottovalutato il ruolo cruciale dell’investimento sul SSN. Abbiamo riconosciuto i limiti e gli errori anche nostri. Ma ora non è più il tempo delle polemiche di basso profilo”.
“Siamo tutti alla prova. Se la destra davvero non vuole smantellare il Servizio Sanitario pubblico e universalistico, se davvero non ha in mente la privatizzazione strisciante della sanità lo dimostri concretamente, ascolti le preoccupazioni di esperti, istituzioni indipendenti, Regioni, sindacati. Accetti di confrontarsi con l’opposizione e di cercare insieme i fondi necessari per rilanciare il SSN e individuare le riforme necessarie per garantire eguaglianza, equità e appropriatezza nelle cure per tutti e tutte”, conclude Sereni.