“Su pensioni e potere d’acquisto delle famiglie noi insisteremo molto, ma non mi faccio illusioni. Purtroppo sulla politica economica e sulla politica industriale il governo va avanti a fari spenti. Questa sarà la terza manovra della destra, le prime due disastrose, questa arriva con un Def fantasma e senza numeri: servono 30 miliardi solo per respirare, 18 per rinnovare le misure annuali, cuneo compreso, 12 per il piano correttivo concordato da Giorgietti su sette anni a causa della procedura di infrazione causata dalle prime due manovre”. Il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia fa il punto sulla manovra che si prepara, in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno.
Fisco à la carte e mani su servizi, pensioni e detrazioni per far pagare i soliti
“La verità – spiega Boccia – è che questo governo ormai più che in concordati preventivi si sta specializzando in concordati a consuntivo: il Mef ha stimato che dal concordato preventivo potessero arrivare 1,8/2 miliardi. Visto il basso numero di adesioni il gettito è lontano e il governo ricorre a due espedienti: correggono la riforma fiscale con la possibilità di applicare sull’extra reddito un’imposta sostitutiva e varano un vero condono per chi ha ‘dimenticato’ di versare imposte tra il 2018 e il 2023. Insistono nel ridurre la base imponibile per favorire pochi, anziché ampliarla per ridurre la pressione fiscale a tutti in base al reddito prodotto. È la solita destra con il fisco ‘a la carte’. Mi pare evidente che non avendo una visione del paese metteranno le mani sui servizi, sulle detrazioni e sull’indicizzazione delle pensioni: pagheranno i soliti – pensionati lavoratori autonomi più deboli, e imprese più fragili – e taglieranno l’assegno unico”.
Privatizzazioni? Poche svendite fatte male
Alla domanda se le privatizzazioni possano essere una soluzione nel reperimento di risorse, Boccia risponde così: “Quali? Intanto l’anno scorso hanno approvato un piano che prevedeva 21 miliardi in tre anni, dal 2024 al 2026. Per ora meglio parlare di poche svendite fatte male. Hanno ceduto azioni ordinarie di MPS a 2,92 e ora sono a 3,50 a azione. Se avessero venduto dopo l’approvazione del bilancio avrebbero incassato 190 milioni in più. O sono dilettanti allo sbaraglio o sono in malafede”.