“Con il decreto aree idonee, il governo dichiara guerra al fotovoltaico”. Così Annalisa Corrado Responsabile Conversione ecologica, Clima, Green economy e Agenda 2030 del Partito Democratico.
“Avrebbe dovuto essere un provvedimento mirato ad armonizzare le esigenze di diversi settori e di diverse vocazioni territoriali, a garantire procedure e tempi certi agli investitori, a sbloccare un preziosissimo potenziale di sviluppo economico e industriale, per troppo tempo tarpato.
Si attendeva un decreto assolutamente necessario da una parte per porre un duro freno alle speculazioni e, dall’altra, per sostenere le iniziative più solide, innovative e urgenti, tanto per la protezione del clima quanto per la stabilizzazione dei prezzi dell’energia elettrica e quindi il taglio delle bollette.
E invece siamo di fronte all’ennesimo atto protezionista di uno status quo obsoleto e miope, se non di un vero e proprio boicottaggio, che non fa chiarezza, non armonizza, non agevola il settore.
Con le regole costruite, infatti, sparisce l’automatismo di considerare automaticamente idonee le aree industriali, si pretende di imbrigliare impianti in continua evoluzione (folle il vincolo su ventosità per l’eolico) mentre sul fronte agricolo sarebbe praticamente impossibile realizzare impianti fotovoltaici classici installati a terra di qualsiasi dimensione, nella quasi totalità territorio italiano.
Scelta, questa, che impedirebbe a molte imprese agricole di godere dei benefici economici e produttivi dell’implementazione di una armonizzata e attenta convivenza di colture e impianti fotovoltaici.
La incomprensibile “sparizione” degli impianti agrifotovoltaici interfilari, di fatto degradati allo status di impianti a terra, a favore dei soli impianti “avanzati” e sopraelevati, inoltre, dimostra quanta poca contezza abbiano gli estensori degli aggravi economici e tecnologici che tali soluzioni prevederebbero, nonché delle difficoltà autorizzative che avrebbero impianti di ben più serio impatto visivo e, per giunta, maggiormente esposti agli eventi meteorologici estremi.
Il governo pretende di governare il Paese fingendo di essere ancora nelle condizioni di 60 anni fa, rifiutandosi di ascoltare le istanze degli operatori di settori cruciali per la competitività economica e industriale italiana, nonché le indicazioni della scienza per affrontare la crisi climatica.
Ci stanno portando a sbattere, ossessivamente in retromarcia“, conclude Annalisa Corrado.