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Cosa (non) sta facendo davvero il governo sul caso Salis?

“Se lei è più brava di noi sicuramente saprà cosa fare”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni da Tokyo. Rispondeva a distanza alla segreteria del Pd Elly Schlein che, da Bruxelles, le aveva chiesto di riferire cosa stesse facendo il governo sul caso Salis, la maestra italiana detenuta in Ungheria. Una risposta piccata che sembra nascondere, molto goffamente, la difficoltà del governo italiano nel gestire una situazione esplosiva sotto molti punti di vista. Come può Meloni scaricare le sue responsabilità sulle opposizioni?

“Il governo se n’è occupato con enorme ritardo e in modo del tutto insufficiente”, ha detto la segretaria dem in tv. E come darle torto? Ilaria Salis è detenuta a Budapest da quasi un anno, in condizioni difficilissime che abbiamo visto con i nostri occhi in tv. Ciò che il Pd chiede è che ci si mobiliti con ogni mezzo per garantire i diritti fondamentali di un detenuto, che di certo non sono manette a mani e piedi. “Bisogna adoperare ogni strumento per assicurare il rispetto dei diritti e della dignità di Ilaria Salis” ha detto ancora Elly Schlein a margine del flash mob per Ilaria Salis all’Eurocamera. “Io non so se il Pd è più bravo ma so che da mesi anche con atti parlamentari chiede al governo di intervenire su Ilaria Salis detenuta in condizioni inumane in Ungheria, il governo si è svegliato solo quando tutto il mondo ha visto le catene e il guinzaglio. E’ difficile non pensare che dietro a questo silenzio di mesi ci sia l’imbarazzo di Meloni per l’alleato Viktor Orban”. Non solo, Meloni “accoglie a braccia aperte Orban nella famiglia dei Conservatori europei, questo ovviamente lo può fare perché alle sue braccia non ci sono le catene che abbiamo visto ai polsi di Ilaria Salis”, ha aggiunto Schlein.

E’ inutile negare che la situazione è molto più complessa di come la minimizza il Salvini di turno. Dal punto di vista politico gli interessi in gioco per Giorgia Meloni sono tanti e l’inefficienza nel risolvere la questione ne sono la prova.

Perché i ministri Nordio e Tajani non lavorano per trasferire Salis agli arresti domiciliari in Italia o presso l’ambasciata ungherese? Perché si preferisce che la donna rimanga in condizioni disumane in un carcere di massima sicurezza in attesa di un processo che dovrebbe avvenire a maggio prossimo? In quel carcere, lo abbiamo visto, si può anche morire.

 

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