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Bonaccini: «PD mai subalterno a nessuno»

Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, nel suo intervento in Direzione ha ricordato alla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che un partito non è un movimento: “Ho voluto ricordare – spiega Bonaccini al “Corriere della Sera” – l’obiettivo che ci siamo dati, insieme: costruire un PD più grande e più forte, capace di aggregare e di parlare anche a chi non ci ha votato alle ultime elezioni. Un partito che diventi perno delle altre forze alternative alla destra: un centrosinistra nuovo e credibile, aperto al civismo, capace di battere la destra nelle urne, non nei sondaggi”.
 
Sempre nel suo discorso ha invitato il PD a non andare a rimorchio. “Con Elly siamo d’accordo sul fatto che il PD debba diventare centrale nel nuovo centrosinistra, per vincere la prossima volta che si tornerà a votare. La forza trainante dobbiamo essere noi. Non saremo mai subalterni a nessuno”.
 
Quanto alla manifestazione del M5s: “Non vedo nulla di male nel partecipare a una manifestazione promossa da altri, tanto che il 24 giugno sarò in piazza alla mobilitazione della Cgil e di tante altre associazioni a difesa della sanità pubblica, ma deve esserci una convergenza sui contenuti, altrimenti rischiamo di non farci capire. E soprattutto serve un’iniziativa nostra”.
 
Da anni si ripete sempre lo stesso schema. I dem dicono che bisogna creare una coalizione, il leader di Azione Carlo Calenda risponde ‘Mai coni 5 Stelle’. Giuseppe Conte dei 5 stelle aggiunge: ‘Mai con Renzi’: “Proseguire coi veti e i personalismi significa solo far governare Meloni per i prossimi vent’anni. E perdere le amministrative e le regionali, come si è visto. Io credo che gli elettori dei 5 Stelle come quelli del Terzo polo inizino a stancarsi di non provarci nemmeno più a vincere”.
 
“Le politiche sono di là da venire – osserva il governatore – ma alle prossime comunali e regionali vogliamo almeno confrontarci prima di regalare la partita a tavolino alla destra? Oggi sarò in Molise, a sostenere il PD ma anche il candidato unitario Gravina: è dei 5 Stelle, ma anzitutto è il sindaco di Campobasso, scelto perché c’è un programma comune e si ritiene possa essere la candidatura più forte per vincere. Chi vuole battere la destra ragiona così, altrimenti conta poco criticare e opporsi. Gli elettori votano un’alternativa credibile, non chi fa testimonianza”.
 
Nel PD si è aperto il dibattito sull’abuso d’ufficio: “Sindaci e amministratori del PD chiedevano da tempo una revisione dell’abuso d’ufficio: non si tratta di cancellare un reato in sé, gli amministratori seri non chiedono impunita’, ma di regolare bene uno strumento che non ha funzionato e ha finito a sua volta per essere abusato. Io credo che insieme a questo serva un altro pacchetto di misure che tuteli la legalità e metta chi amministra nelle condizioni di farlo con correttezza, senza dover fare i conti con incertezze e responsabilità improprie. Attenzione: non siamo all’anno zero, alcuni passi avanti importanti sono stati fatti dai ministri Orlando e Cartabia. Non ripartiamo sempre da capo, servono miglioramenti concreti, non colpi di spugna”, ha concluso Bonaccini.

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