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Al via finalmente il processo Regeni: una giornata importante

“Una giornata molto importante”. Così i genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, entrando stamattina in Tribunale a Roma per la prima udienza del processo a quattro 007 egiziani accusati del sequestro e omicidio del ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016.

Il gup di Roma, al termine di un tortuoso iter giudiziario e dopo che la Consulta, nel settembre scorso, aveva fatto uscire il procedimento dal pantano in cui era finto a causa dell’assenza degli imputati, ha mandato a giudizio il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamal e Uhsam Helmi e il maggiore Magdi Ibrahim Abdel Sharif. Nel processo si è costituita parte civile la Presidenza del Consiglio che ha sollecitato, in caso di condanna degli imputati, un risarcimento di 2 milioni di euro.

Che quella odierna sia una “giornata importante per la verità e la giustizia per Giulio Regeni” lo ha sottolineato anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine di un convegno al Nazareno. Ricordando che l’avvio di questo processo “nasce dalla determinazione della famiglia e delle persone che hanno accompagnato questa battaglia in tutti questi anni”, la segretaria dem ha ribadito che “noi continuiamo a stare al fianco della famiglia nella richiesta di verità e giustizia per Giulio Regeni, continuiamo a farlo anche con la presenza questa mattina dei nostri deputati a piazzale Clodio, accanto alla scorta mediatica. Bisogna continuare a insistere perché in tutti questi anni c’è’ stata una chiara volontà del governo egiziano di non collaborare e di depistare, di cercare di evitare in tutti i modi che questo processo si tenesse. Invece noi insistiamo che giustizia vada fatta. Bisogna ricostruire le chiare responsabilità non soltanto degli esecutori e dei militari egiziani che sono a processo, ma anche dei mandanti. Vogliamo la verità fino in fondo, non solo una mezza verità“, ha concluso Schlein.

Fuori dalla cittadella giudiziaria, anche oggi il sostegno ai familiari e la richiesta di giustizia con lo striscione giallo ‘Verità per Giulio Regeni‘. Una verità che oggi, finalmente, sembra essere un po’ meno lontana. Fra i tanti presenti al presidio a piazzale Clodio, il deputato dem Gianni Cuperlo. “Una giornata importante. Ancora una volta stamane sono andato a Piazzale Clodio”, scrive Cuperlo sui social. “Assieme a Paola, Claudio e Irene, a Alessandra Ballerini e alla loro battaglia instancabile per ottenere verità e giustizia c’erano, come sempre da mesi e anni, Beppe Giulietti, Marino Sinibaldi, Pif, Sigfrido Ranucci, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli…e tante e tanti giornalisti e operatori dell’informazione e della cultura che in questi lunghi otto anni sono stati la straordinaria ‘scorta mediatica’ costruita perché su una tragedia e sui depistaggi vergognosi del regime egiziano non calasse il silenzio. Adesso parlerà quell’aula processuale, il sentiero sarà ancora lungo, ma su quel sentiero c’è un mondo che in nome della giustizia proseguirà il cammino”.

In tribunale c’era anche l’onorevole Laura Boldrini, Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.”Finora – ha spiegato Boldrini – “la ricerca della verità è stata ostacolata in ogni modo dalle autorità egiziane e solo grazie a una sentenza della nostra Corte costituzionale, adesso può andare avanti anche senza che sia stato possibile notificare gli atti agli imputati. La famiglia Regeni potrà sempre contare sulla nostra vicinanza, su quella di tante associazioni e sulla scorta mediatica che non li ha mai lasciati soli. Siamo qui per Giulio, per tutti gli attivisti, gli oppositori e coloro che sono arbitrariamente detenuti in Egitto e per tutelare la dignità del nostro Paese”.

 

 

 

 

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