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Caso Salis, basta coperture politiche a Orban: il governo la riporti in Italia

È la fotografia del giorno: la cittadina italiana Ilaria Salis portata in catene, manette, schiavettoni, guinzaglio in un’Aula di Tribunale ungherese. Finalmente, dopo denunce e appelli, e dopo 11 mesi di detenzione in condizioni inimmaginabili, con l’accusa di aver aggredito due militanti di estrema destra durante il raduno neonazi che ogni anno si svolge a Budapest sotto il nome di “Giorno dell’onore”. La procura di Budapest ha chiesto per lei undici anni di carcere, per lesioni lievissime.

Ilaria Salis si è sempre dichiarata innocente, e se il diritto non è un’opinione, innocente lo è finché non ne viene accertata la colpevolezza, eventuale. Che non inficerebbe comunque il diritto a un trattamento di minimo rispetto umano. O almeno di rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, che all’articolo 1 prevede che la dignità umana è inviolabile; all’art. 3 che ogni persona ha diritto alla propria integrità fisica e psichica. Ma la difesa dell’onore, dei diritti umani, e dei trattati internazionali sottoscritti da Italia e anche da Ungheria, sembra non essere di interesse per un governo, quello a guida Meloni, che è molto vicino all’ungherese Orban, per usare un eufemismo. Solo ora, infatti, cominciano a registrarsi le prime iniziative da parte dell’esecutivo.

Il padre di Ilaria Salis, Roberto, ha denunciato stamattina ad Agorà, su Rai Tre, quello che non è accettabile. “Credo che l’Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice – ha detto Salis -. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell’Ambasciata italiana in Ungheria”.

“Alle 10 abbiamo l’appuntamento con l’ambasciatore”, ha aggiunto. “Mi aspetto delle azioni, abbiamo fatto tante chiacchiere. Questa è la prima volta che ho il piacere di parlare con l’ambasciatore. Evidentemente in questi 11 mesi ha avuto impegni molto più gravosi che occuparsi di mia figlia“.

Non è ammissibile che Ilaria Salis, cittadina italiana sotto processo in Ungheria, sia condotta nell’aula del tribunale in catene. Ora il padre afferma che la nostra ambasciata sapeva del trattamento subito dalla figlia. Se vero sarebbe molto grave”. Così il presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia. “È in corso – riprende – un processo che deve svolgersi seguendo le regole comunitarie e quelle della civiltà giuridica in cui tutta Europa si riconosce. Bene ha fatto il ministro Tajani a convocare l’ambasciatore ungherese a Roma. A questo punto chiediamo che si attivi il ministro della Giustizia del nostro Paese per chiedere, attraverso gli avvocati, se siano possibili gli arresti domiciliari in Italia di Ilaria Salis. Ma noi pensiamo che a questo punto serva un intervento della presidente Meloni nei confronti del presidente Orban: non è accettabile – ribadisce Boccia – che una cittadina italiana sia trattata in un tribunale europeo nel modo in cui è stata trattata Ilaria Salis”.

Un appello per riportare a casa Ilaria Salis lo ha lanciato persino Fiorello da “VivaRai2!”. Lo showman si è rivolto al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sollecitandolo a intervenire. “È stata arrestata perché ha menato due neonazisti, due naziskin… ma non si toccano i naziskin!”, ha detto Fiorello. “Tra l’altro – ha proseguito – neanche l’hanno denunciata, si vergognavano a dire ‘siamo stati menati da un’attivista italiana’. Tajani, muovetevi perché la vogliamo a casa. È in carcere da un anno e non ha fatto niente”.

La vicenda di Ilaria Salis dimostra più di milioni di parole che cosa è un regime illiberale“, ha sottolineato sui social il deputato dem, già ministro della Giustizia e del Lavoro, Andrea Orlando. “La premier sino qui ha dimostrato subalternità e timidezza. Una cittadina italiana è sottoposta a un trattamento disumano e degradante e totalmente sproporzionato rispetto ai fatti contestati. Il governo agisca per la sua liberazione”.

“Comprendiamo l’imbarazzo del sottosegretario, dal momento che la presidente Meloni è legata politicamente a doppio mandato con Orban, ma quello che stiamo vedendo e le notizie che vengono riportate devono avere risposte formali”. A dirlo è il deputato Pd Toni Ricciardi che, nel corso del dibattito in Aula alla Camera sul sovraffollamento carcerario, rivolgendosi al sottosegretario Andrea Del Mastro delle Vedove. Il deputato dem si è rivolto direttamente al sottosegretario “per sottolineare l’assenza di atti formali del governo italiano nei confronti del governo ungherese sul caso Ilaria Salis”. “Il governo non si limiti a dichiarazioni di convenienza, ascolti l’appello della famiglia che chiede ‘azioni concrete’ e intervenga per il rilascio e il rimpatrio di Ilaria Salis. Non fare nulla equivale a coprire politicamente Orban davanti a palesi violazioni dei diritti europei“, ha concluso.

Un appello al ministro Tajani era già stato lanciato nei giorni scorsi dagli eurodeputati Pd, insieme ad altri europarlamentari italiani, affinché Ilaria Salis venisse riportata in Italia. Chissà se  dopo che le immagini shock del trattamento riservano ai cittadini della nazione non in sintonia col governo, ad opera degli amichetti ungheresi,  non sono più occultabili, arriveranno le risposte, e soprattutto le azioni che devono seguirle.

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