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“Ero a piazza della Loggia, ora mi batto per giovani e anziani”. Intervista a Ivan Pedretti

“Mi è sempre molto piaciuto Bruce Springsteen perché parlava delle condizioni dei lavoratori, in particolare dei trasporti, lo faceva suo padre. Lo ritenevo un po’ meno aristocratico e un po’ più vicino al popolo. Poi Vasco Rossi, altri pezzi del rock e noi, del resto siamo i ragazzi degli anni ’70. Volevamo cambiare il mondo, abbiamo cambiato anche la musica, con il rock”.

Così Ivan Pedretti, candidato nel collegio Nord-Est in una intervista a Personale è Politico, il format del Pd per presentare le candidate e i candidati alle Europee dell’8 e 9 giugno, pubblicata sul sito del Partito democratico.

“Il momento più importante della mia vita è stato un momento tragico: la manifestazione di lavoratori del sindacato unitario nel ’74 in piazza della Loggia, dove scoppiò la bomba ed ero presente. Ho visto. Mi commuove ancora quel dramma, quelle persone dilaniate dalla bomba. E questo ha rafforzato la mia idea di battermi per un Paese democratico, libero, contro tutte le forme di violenza, a partire da quelle fasciste”, racconta Pedretti.

“Da piccolo volevo fare il falegname. Io sono un’autodidatta non ho voluto studiare e se non studiavi dovevi andare a lavorare, quindi sono entrato in una piccola fabbrica, ho cominciato a fare l’operaio sperando di imparare un mestiere e lì ho incrociato la Federazione giovanile dei comunisti. Poi quando potevo, di nascosto, perché mio padre non era d’accordo – rivela l’ex segretario dello Spi Cgil – provavo a dipingere cosa che faccio ancora oggi”.

Se verrò eletto mi impegnerò per i diritti delle persone che lavorano, per gli anziani e per i giovani. Il rapporto tra anziani e giovani è fondamentale. C’è una falsità nel Paese quando si dice che bisogna dividere i vecchi dai giovani. Non è così nella vita: un nonno tiene a suo nipote, un padre a suo figlio. Io, nella mia esperienza sindacale, ho sempre guardato con attenzione al fatto che abbiamo bisogno delle nuove generazioni, di passargli la storia, la memoria. Quando diciamo il salario minimo, salario minimo europeo, va bene, ma anche pensione minima europea perché bisogna pensare al 20-21% di anziani in Europa al 24% di quelli in Italia”, conclude Pedretti.

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