Il ddl Zan è stato affossato: cioè seppellito per sempre?
“Il realtà l’affossamento può portare alla nascita di un germoglio. E la rinascita dopo l’affossamento del ddl Zan sono state le tante piazze di giovani che hanno detto che non ci stararmo a quell’applauso osceno di esponenti di destra, la stessa che governa oggi, felici di aver affossato una legge di civiltà. Ma da quella violenza è nata un’altra resistenza”.
Così Alessandro Zan in un’intervista su Domani a margine della presentazione del libro “E noi splendiamo, invece”.
“Dobbiamo dire alle nuove generazioni e ai movimenti che le istituzioni sono di tutti, che serve agire con un approccio di avanguardia, ma tenendo presente che se non vai a votare c’è qualcuno che decide per te. E contro di te. Perché il voto è uno strumento per dire: non vi lasceremo campo libero. Il sovranismo è il franchising dell’intolleranza. Sa adattarsi come un liquido in un recipiente, è diverso da paese in paese, ma è lo stesso veleno”.
“Al mio PD dico: serve una comunicazione politica più immediata, non temiamo i linguaggi del presente. Deve tornare a essere pienamente il partito delle persone più in difficoltà e quello del desiderio di futuro”.
“Molte volte il PD ha parlato dei giovani senza conoscere a fondo i problemi che i giovani denunciano. I giovani fuorisede che hanno piantato le tende contro gli affitti alti, quelli che compromettono il loro diritto allo studio, hanno sollevato un tema forte e vero. E i giovani fuorisede magari vorrebbero votare ma studiano lontano dalla loro città e non hanno i soldi per pagarsi il treno: il PD deve battersi per una legge che dia il diritto di voto anche a loro. Ascoltare le loro proposte significa farli partecipare alla vita democratica del paese”.
“Il PD è l’unico partito democratico del paese dove la leadership è scelta dai cittadini e non c’è un solo capo al comando. È un partito plurale, che discute davvero, ma deve fare un salto di qualità: essere molto chiaro sui temi. Lo sforzo che Elly Schlein sta facendo è di dare messaggi chiari, dal salario minimo alla sanità, al congedo paritario, ai diritti”.
“Oggi in Italia si può insultare chiunque, dire dalla tv che odi i gay, gli ebrei, le persone di etnia diversa dalla tua, e non succede niente la normalizzazione dell’odio, con l’aiuto di Giorgia Meloni, Matteo Salvinl e i loro. Un tempo Vannacci non avrebbe mai detto pubblicamente quello che ha scritto, si sarebbe vergognato”.