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HomeEconomia e lavoroSotto i 9 euro...

Sotto i 9 euro l’ora è sfruttamento. Continuiamo la battaglia per il salario minimo

Una delegazione di Pd, M5S e Avs ha depositato in Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione del Salario minimo. “Avevamo promesso di continuare a batterci per il Salario minimo e per la dignità di chi lavora – si legge in una nota congiunta dei tre partiti – quei milioni di lavoratori poveri che hanno diritto ad una risposta dalla politica e dalle Istituzioni. La destra questi lavoratori li ha presi in giro. Noi no”. La legge punta a “rafforzare i contratti collettivi e stabilire che sotto i 9 euro l’ora non è lavoro ma sfruttamento – prosegue la nota – Perché di questa legge di civiltà c’è bisogno, nonostante il boicottaggio da parte del governo Meloni”.

Sotto i 9 euro l’ora non è lavoro, è sfruttamento

Una proposta che sancisce un principio base: sotto i 9 euro l’ora non è lavoro ma sfruttamento. Una risposta a milioni di persone che, pur lavorando, non riescono ad arrivare alla fine del mese. La destra, che ha affossato in Parlamento la precedente proposta, dica con chiarezza ai cittadini italiani da che parte sta, se da quella di chi sfrutta o di chi lavora. Noi andiamo avanti, mantenendo gli impegni presi e continuando la battaglia per un mondo del lavoro giusto, sicuro e dignitoso per tutte e tutti.

 

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Scotto: “Dal governo sul lavoro nessuna proposta”

Dal Cdm in tema di lavoro “nessuna novità, ci troviamo di fronte alla reiterazione di una proposta che già non ha funzionato”. Così il deputato Pd Arturo Scotto, dopo aver presentato in Cassazione , con le delegazioni di Pd, M5S e Avs, la proposta di legge di iniziativa popolare sul salario minimo. “Come dimostra il rapporto dell’Inap, e dunque non di un sindacato ma di un ente pubblico, gli incentivi a pioggia non funzionano se non c’è una politica salariale e se non c’è una politica industriale – aggiunge – Dal confronto con i sindacati non esce nulla sui salari, nulla sul rinnovo dei contratti, una promessa di un bonus, una tantum di cento euro da dare nel 2025. Non fanno nemmeno come faceva Achille Lauro, che almeno prima le elezioni dava una scarpa. Qui danno solamente i lacci”.

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