“Gli incidenti sul lavoro che si susseguono ogni giorno, compresi quelli legati all’estate rovente, e la stessa strage di Brandizzo sembrano non avere insegnato niente.
La bozza dell’accordo Stato-Regioni che dovrebbe razionalizzare la materia, licenziata dal Ministero del Lavoro, è, per molti aspetti, in aperto contrasto con le affermazioni, ripetute anche in questi giorni da esponenti di maggioranza e governo, circa l’importanza della formazione per prevenirli.
Abbassare da 16 a 10 il numero minimo di ore di formazione obbligatoria per quanto riguarda salute e sicurezza sul lavoro per i settori a più alto rischio, dai cantieri allo smaltimento dei rifiuti, dalla sanità alla produzione e lavorazione di metalli, e permettere che possa essere fatta a distanza, sono risposte peggiorative rispetto all’esistente. Così come lo sono i criteri più facili per l’accreditamento degli enti che possono erogare la formazione.
Pure incomprensibile è che si ignori la necessità della formazione per conoscere e tutelarsi dai forti rischi per salute e sicurezza legati al caldo eccessivo e ai mutamenti climatici.
E come si può, dopo la strage di Brandizzo, prevedere che il modulo specifico “Cantiere” pensato per il dirigente o il datore di lavoro nei cantieri temporanei e mobili riguardi solo l’impresa affidataria, e non l’impresa che effettivamente opera in quei cantieri? Non si è ancora capito che è proprio nella catena dei subappalti che si annida il rischio maggiore di incidenti sul lavoro?”
Lo afferma in una nota Maria Cecilia Guerra, Responsabile Lavoro del Partito Democratico.