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Provenzano: «A Gaza serve una missione di pace Onu»

«È molto grave che il governo italiano si sia astenuto nella risoluzione dell’Onu che chiedeva un cessate il fuoco umanitario a Gaza. Meloni ha espresso preoccupazioni per i civili palestinesi, ha ribadito che si sta impegnando sul fronte umanitario? Il vero impegno umanitario è un cessate il fuoco. E lavorare a una missione di pace».
 
Lo dice Giuseppe Provenzano, Responsabile esteri del PD, in un’intervista a Il Manifesto reduce da un viaggio in Israele e Palestina, dove ha incontrato il presidente Herzog, il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh e il cardinale Pizzaballa.
 
“Quando il governo parlava di una soluzione politica e della ripresa di un negoziato di pace siamo stati i primi a manifestare disponibilità alla collaborazione. Ma le recenti decisioni del governo rompono di fatto l’unità del Parlamento e contrastano anche con un diffuso sentimento dell’opinione pubblica. Noi abbiamo fatto delle proposte precise: una missione internazionale di interposizione a Gaza sotto l’egida dell’Onu, che coinvolga anche i paesi arabi. L’Italia ha una tradizione diplomatica e una credibilità conquistata con la missione in Libano, ma la premier su questo è immobile”.
 
“Non era difficile prevedere che sarebbe stata una reazione violenta da parte di Israele. Certo che aveva diritto dopo il pogrom del 7 ottobre. Ma nel rispetto del diritto internazionale e umanitario. Abbiamo chiesto da subito a Israele di non trasformare la legittima difesa in vendetta. Combattere Hamas dev’essere la priorità non solo di Israele, ma della comunità internazionale. Però la popolazione di Gaza non è Hamas. E il governo israeliano sta anche supportando le violazioni compiuti dai coloni israeliani in Cisgiordania. Per questo chiediamo che l’Italia e l’Europa sanzionino questi comportamenti.
 
Dire “due popoli due stati”, per non apparire come pura retorica, deve significare il riconoscimento dello stato di Palestina: deve farlo l’Italia e l’Europa che nasce per incarnare due valori: pace e democrazia. È noto che nell’applicazione del diritto internazionale alcuni sono più uguali di altri. Non possiamo permetterci doppie morali, c’è un sud globale sempre più critico verso l’Occidente proprio con questa accusa.
 
Quello che accade a Gaza è sotto gli occhi di tutti, nessuno può dire “non sapevo”. E’ urgente fermare il massacro di civili che può portare ad una escalation. Il diritto all’esistenza di Israele si sostiene rilanciando il processo di pace”.

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