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Pride, Zan: “Cittadini discriminati come nel fascismo. È omofobia di Stato”

“Non si è mai visto che prima si conceda il patrocinio e poi lo si tolga improvvisamente accampando una scusa pretestuosa»: Alessandro Zan, autore della famosa norma (stroncata dalla destra) contro l’omotransfobia, è il responsabile diritti del PD e si appresta a scendere in piazza sabato al Pride di Roma insieme alla segretaria Elly Schlein. Con più determinazione del solito, «perché la marcia indietro del presidente della Regione Lazio sul patrocinio del Pride, conferma che questa destra è allergica all’articolo 3 della Costituzione secondo cui “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”».
 
«Rocca obbedisce ai diktat di Giorgia Meloni e di tutti quelli che puntano a trasformare l’Italia nell’Ungheria di Orban. Questa è omofobia di Stato, è la schizofrenia di una destra ossessionata dai diritti, che fa l’esatto contrario di quanto sancito dalla nostra Costituzione, secondo cui tutti devono avere stessi diritti e pari dignità sociale. Loro usano pregiudizi purtroppo ancora presenti nel Paese, per alimentarli e discriminare una parte dei cittadini. Esattamente come faceva il fascismo».
 
«I Pride non sono una manifestazione di una parte politica, ma di chi scende in piazza per rivendicare ciò che sta scritto nell’articolo 3 della nostra Carta. La Repubblica dovrebbe rimuovere gli ostacoli in tal senso e loro non solo non lo fanno, ma li moltiplicano».
 
La destra sostiene vi sia stata una provocazione degli organizzatori, a favore dell’utero in affitto.
«Del tutto pretestuoso: in Parlamento non si discute nessuna norma che promuova la gestazione per altri. La destra cerca di trasformarla in un reato universale, che è impraticabile, perché richiederebbe una doppia incriminazione. Ma i nostri alleati, tra cui gli Stati Uniti, normano la Gpa, quindi la maggioranza con questa legge dice che gli Usa hanno introdotto leggi criminali. È un’accusa usata come una clava identitaria per spostare l’attenzione dai loro problemi».
 
«Il PD ha aderito a tutti i Pride delle città italiane. Credo che la destra sia ancorata a una visione del passato, con lo sguardo rivolto al Medioevo e non si accorge che i Pride sono un’onda montante che porta con sé molta rabbia di tanti giovani: che non accettano più che i propri amici e compagni di banco vengano discriminati. Per questo Meloni e i suoi verranno travolti politicamente. Ne sono sicuro».

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