“Credo che questo governo, per mesi, non si sia occupato scientemente di gestire il fenomeno migratorio e oggi si inventa uno stato di “emergenza” che in realtà ha contribuito a far crescere, in parte esasperando i toni e in parte gettando fumo negli occhi dell’opinion epubblica. Perché non vuole che il Paese discuta delle vere emergenze: quella socio-lavorativa, per esempio, o il pasticcio enorme sul Pnrr”. Così Pierfrancesco Majorino, Responsabile delle Politiche migratorie del Partito Democratico in un’intervista tratta da Avvenire
“È evidente che se ci trovassimo di fronte a un’emergenza reale servirebbero ben altre risorse. Ma la verità è che l’emergenza è quella generata dalla volontà della maggioranza di continuare a soffiare sul fuoco. Chi sperava che con Fdi la musica cambiasse è destinato a rimanere deluso”.
E qual è la ricetta giusta per lei?
C’è innanzi tutto una precondizione: abbassare la temperatura dello scontro politico. Ma questa è una responsabilità della destra. Bisogna cercare un confronto pragmatico. Abbiamo la necessità di migliorare la qualità dell’accoglienza. Questo per me vuol dire accoglienza diffusa, progetti di inclusione che non hanno nulla a che vedere con i grandi centri che ammassano persone, investimenti nelle comunità locali e percorsi mirati per l’integrazione.
Il modello Sprar?
Da una parte sì, ma penso anche a quello che è stato fatto in molte città con percorsi di accoglienza significativi, ma sempre al di fuori di una regia forte dello Stato. Che invece dovrebbe essere al fianco delle comunità locali, investire in corsi di lingue, servizi, formazione professionale. Fare in modo che la partita si gio chi sul terreno dell’inclusione e non dell’esclusione sociale.
E del decreto Cutro cosa ne pensa?
È basato ancora su un modello sbagliato, che mira a ripetere lo schema adottato da Salvini: eliminare le forme di regolarizzazione. Il che porta solo a nuova emarginazione, come ha dimostrato la cancellazione del permesso umanitario.
