Francesco Boccia, presidente del gruppo PD al Senato, il governo il primo maggio, propone la misura del taglio del cuneo fiscale da 4 a 7 punti, fino a dicembre.
«Non si tratta di taglio del cuneo fiscale, che indica invece la riduzione delle tasse sul lavoro in maniera strutturale. Qui, con il decreto, lo si fa per soli cinque mesi. Da luglio a novembre, con cinquanta euro in più nella busta paga per i lavoratori che hanno tra i 25 e i 35 mila euro di reddito annuale. Sono complessivamente 250 euro in più, mentre i salari perdono potere d’acquisto causa inflazione, per quasi 1500 euro all’anno. Queste misure sono sostanzialmente un “bonus”, non un taglio del cuneo contributivo, un bonus solo per alcuni lavoratori».
“Non è una politica che riduce il costo del lavoro. E durante il governo Draghi era stata fatta una operazione simile, con due interventi, per tutto l’anno che portano in busta paga 340 euro. Anche allora come Pd auspicavamo una riduzione strutturale».
Le misure come aumentano la precarietà dell’occupazione?
«Bisognava intervenire portando nelle tasche dei lavoratori almeno un migliaio di euro in più. Non c’è una idea nella proposta di riforma fiscale. Quello che emerge dalla visione della destra è più una speranza di flat fax che una riduzione delle tasse sul lavoro».
Sui voucher?
«Aumentano povertà e precarietà, e invece di vietare i contratti precari come in Spagna, si esalta il lavoro a cottimo. I voucher aumentano da 10 a 15 mila euro, in alcuni settori si tolgono i limiti d’età per l’apprendistato, si cassano le causali per i contratti a tempo determinato, dando spazio a una applicazione sregolata».
Il reddito di cittadinanza: cambia nome – si chiamerà assegno di inclusione – e regole, si restringe la platea. Con che effetti?
«Il decreto viene finanziato con tagli ai più poveri. Un padre di famiglia con assegno di inclusione e un disabile in casa, se dice no ad un contratto di somministrazione, perde anche l’assegno. Trovo questa norma aberrante».
«È venuta giù la maschera della destra. In un momento di complessità del quadro sociale, esaltano gli evasori da un lato e il lavoro a cottimo dall’altro».