“Per contrastare l’interposizione illecita di manodopera, come si propone, giustamente, la ministra Calderone, bisogna prima di tutto eliminare la norma che l’ha resa lecita. Oggi è considerato lecito fare appalti in cui l’appaltatore è un soggetto privo di qualsivoglia struttura organizzativa, e ha di fatto la sola funzione di mettere a disposizione del committente i propri dipendenti. È il modo con cui il committente affida ad altri soggetti (finte imprese, finte cooperative) il compito di fare lavorare persone in nero o con contratti che negano diritti, formazione e salari adeguati. È il modo in cui, di fatto, si legittima il caporalato.
Proponiamo una norma di due righe per rendere illecite queste pratiche e cancellare il caporalato:
<Al decreto legislativo 276 del 2003, articolo 29 comma 1, sono eliminate le parole seguenti ‘che può risultare … dall’esercizio del potere organizzativo e direttivo nei confronti dei lavoratori utilizzati nell’appalto’>”.
Lo scrive in una nota Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Partito Democratico.
Roma, 24 febbraio 2024