Insieme per finanziare il contrasto alla violenza di genere, insieme per far diventare pratica promesse e buone intenzioni, per rispondere alle domande dello tsunami dello scorso 25 novembre, le piazze straordinarie del nostro Paese. Ci è voluto un emendamento delle opposizioni per metterci sopra qualche risorsa, dal governo in manovra non c’era un soldo.
La commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera all’emendamento con il quale tutti i 40 milioni del ‘tesoretto’ per le modifiche parlamentari spettante alle opposizioni sono stati impiegati per il contrasto alla violenza sulle donne.
Eppure, ricorda la segretaria del Pd Elly Schlein, si era “chiesto alla maggioranza di rinunciare alle mance elettorali ma non ce l’hanno fatta. Avevamo chiesto alle destre di mettere anche le loro risorse insieme alle nostre, che come opposizioni abbiamo scelto unitariamente di destinare al contrasto alla violenza di genere. Così, su una manovra da 28 miliardi, le uniche risorse destinate alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere, alla formazione, al reddito di libertà e al sostegno dei centri antiviolenza, sono i 40 milioni che le opposizioni hanno destinato unitariamente e interamente a questo scopo. La destra ha preferito le solite mance. Non è così che si risponde alla mobilitazione del Paese che abbiamo visto il 25 novembre”.
Che non si tratti di un’emergenza, ma di “un fenomeno strutturale di natura culturale che va combattuto con politiche adeguate ma anche con risorse”, lo ricorda la senatrice dem Cecilia D’Elia, vicepresidente della Commissione Femminicidio e portavoce nazionale delle Democratiche. D’Elia mette in fila le cifre stanziate con questo emendamento: “3 milioni per la formazione degli operatori della giustizia, finanziando finalmente la legge 168/23 che abbiamo appena approvato, questione fondamentale in un Paese in cui nei processi ci di permette di chiedere ancora alla vittima perché nel corso dello stupro non si è difesa mordendo il carnefice”. A questi – spiega D’Elia – , si aggiungono “i fondi che sostengono le donne nei loro percorsi di fuoriuscita dalla violenza, finanziando il reddito di libertà e la decontribuzione per l’assunzione di vittime di violenza, quindi rifinanzia con 15 milioni il Piano strategico nazionale contro la violenza maschile e la rete antiviolenza. Per la prima volta vengono stanziati 20 milioni in conto capitale per la realizzazione di nuove Case rifugio, luoghi sicuri per le donne che denunciano”.