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Stellantis, Schlein agli operai di Pomigliano: “Non siete soli. Il governo chiami l’azienda”

“Non siete soli”. La segretaria Elly Schlein, in Sardegna per impegni elettorali, ha voluto mandare un videomessaggio all’iniziativa pubblica organizzata dal partito a Pomigliano, che ha visto presenti diversi vertici dem del territorio, alcuni consiglieri regionali, il senatore e commissario campano Antonio Misiani, il sindaco di Napoli e della Città Metropolitana, Gaetano Manfredi e i parlamentari Marco Sarracino e Piero De Luca. “Questo è il messaggio che vorrei lasciarvi dal Pd. Le prospettive dello stabilimento di Pomigliano non sono una vicenda di dimensione locale ma nazionale e si inseriscono nel più complesso quadro del futuro di un settore strategico come l’automotive per il nostro Paese”, ha detto la sgretaria. “Chiediamo con determinazione che il Governo convochi Stellantis e i sindacati per aprire subito un confronto, per assicurare impegni precisi sull’occupazione e ragionare sui modelli, gli investimenti, gli impianti, la ricerca e lo sviluppo nel nostro Paese. Allo stesso tempo il Governo deve mettere in campo una strategia per rilanciare l’intero comparto, a partire proprio dalla componentistica, che è un settore fondamentale, interconnesso con le altre economie europee, che merita di essere valorizzato e sostenuto”, ha sottolineato. “C’è bisogno di molto coraggio, di fare scelte molto serie e di abbandonare questa propaganda che sentiamo costantemente. C’è bisogno di uscire da quel palazzo, ascoltare fino in fondo il territorio e capire insieme quali soluzioni concrete possiamo portare avanti. Se il Governo cambia atteggiamento, noi siamo assolutamente a disposizione per lavorare insieme per un bene più grande, che è il futuro di questo settore e dell’industria italiana”, ha aggiunto.

 

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“Il grande assente in questo caso – ha rimarcato Schlein – è il Governo di Giorgia Meloni, che ha dimostrato dall’inizio di non avere alcun piano industriale per il Paese e alcuna idea di come accompagnare il settore dell’automotive nelle sfide impegnative che sta vivendo in Italia e nel resto d’Europa”.

“Meloni si era impegnata a stimolare la produzione di un milione di vetture all’anno, tra auto e veicoli commerciali, e siamo invece largamente lontani da questo obiettivo. Sappiamo che quello automobilistico è un asset fondamentale per l’Italia e colpisce che chi abusa ogni giorno della parola patria, esibendo un nazionalismo che a tratti è anche caricaturale, non abbia a cuore il destino di un settore così strategico per il Paese e per il futuro della manifattura”, ha aggiunto la segretaria del Pd. “Dal Governo non sono arrivate rassicurazioni, nessun impegno concreto, niente sulla necessità di vincolare gli incentivi alla tutela dei livelli occupazionali e alla riduzione delle emissioni. Niente per fugare il rischio di chiusure e ridimensionamenti. Hanno detto parole forti ma poi davanti alle minacce hanno abbassato la testa e noi non possiamo permetterlo, dobbiamo sollecitare invece un’azione forte, una proposta di lungo respiro che riguardi anche il futuro dei lavoratori e non solo la questione degli ammortizzatori sociali. Meloni si era impegnata a stimolare la produzione di un milione di vetture all’anno, tra auto e veicoli commerciali, e siamo invece largamente lontani da questo obiettivo”, ha detto ancora Schlein.

”Viviamo – ha aggiunto la segretaria dem – una fase complessa di riorganizzazione dell’economia. L’Italia non può navigare a vista, senza una visione propria, una programmazione. Vuol dire mettere in campo delle politiche industriali, un piano industriale europeo che continui nel solco del Next Generation Eu e di quei 200 miliardi di investimenti che in Italia sono arrivati grazie alla spinta che abbiamo dato in Europa. Siamo molto in ritardo per il settore della mobilità, ma abbiamo tutte le potenzialità, la tradizione industriale, i saperi, le capacità e le competenze dei lavoratori del settore. Prendiamoli per mano e cerchiamo di accompagnare in questo cambiamento un futuro migliore per il Paese e per quelle famiglie. Il tema riguarda la competitività stessa del sistema Paese, la sua tenuta. Dobbiamo affermare quindi che la vocazione industriale e manifatturiera dell’Italia, potenziare le filiere ed essere proattivi per attirare nuovi investimenti. Lo abbiamo detto più volte in questi giorni, anche la capacità di attrarre delle nuove proprietà e delle nuove aziende che possano effettivamente animare il settore”.

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