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Scuola, Manzi a Valditara: quale dignità senza risorse?

Il ministro Valditara nella sua intervista a Libero utilizza il solito armamentario ideologico per cui la scuola per assolvere alla sua funzione educativa deve essere autoritaria, severa, competitiva. Una visione macchiettistica che si articola sull’ossessione di portare la scuola fuori dal 1968 come se dopo quella data non si fossero succedute importanti riforme ispirate dal lavoro di accademici, docenti, esperti di formazione, pedagogisti. La scuola di Valditara si riduce allo slogan legge e ordine.

Il ministro offre una risposta populista a problemi complessi. C’è un’emergenza culturale che si manifesta anche nella scuola in modo forte a cui si sceglie di rispondere esclusivamente con la semplificazione, la sanzione e la punizione. Mentre l’obiettivo dovrebbe essere, oltre alla sanzione, sviluppare una cittadinanza attiva e solidale, facendo crescere nei giovani il valore e il rispetto dell’altro; la responsabilità civile ed etica, assegnando al voto e alla sanzione un valore formativo finalizzato al cambiamento. Molto spesso i problemi disciplinari riflettono situazioni che nascono fuori dalle mura scolastiche.

La verità è che alla scuola servirebbero risorse per la valorizzazione del personale scolastico a cominciare dai docenti, per il tempo scuola, per gli spazi di apprendimento, per la didattica. E invece si utilizza l’arma di distrazione di massa della punizione per raddrizzare gli studenti o della valutazione sintetica per rendere la vita più facile alle famiglie come se in questo modo si rendesse più efficace il processo di maturazione e crescita degli studenti.

Io chiedo al ministro Valditara: dove sono le risorse per la scuola? Perché per restituirle maggiore autorevolezza occorre un suo nuovo posizionamento sociale, servono investimenti per procedere a una riforma dell’intero sistema e dei suoi metodi, valorizzandone la missione costituzionale di promozione ed emancipazione della persona. Questo serve per ridare dignità alla scuola italiana. Voglio tranquillizzare il ministro su questo, il Partito Democratico non si rassegnerà a chi ha scambiato la scuola esclusivamente un terreno dove combattere una antistorica e triste battaglia ideologica.

Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Partito democratico

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