“Dopo il congresso abbiamo riportato il partito a essere la prima forza di opposizione, saldamente sopra il 20% e possiamo riconquistare la fiducia di tanti che si erano allontanati. Mi sembra un bel balzo in avanti, visto che partivamo dal 15%. Noi le Europee ci candidiamo per vincerle e siamo l’unica forza politica che non ha mai avuto ambiguità sull’Ue. Ricordo che quando Giorgia Meloni fondò anni fa il suo partito chiedeva l’uscita dall’euro”.
Lo ha detto la segretaria del PD, Elly Schlein, intervistata dal Corriere della Sera in edicola oggi.
“Non interpreto il mio impegno come contro qualcuno, ma per una visione del Paese diversa. E comunque a ogni occasione di confronto che ho avuto con lei (Giorgia Meloni ndr), in Parlamento e fuori, non sono arrivate le risposte di cui il Paese ha bisogno. Se una premier donna vuole sostenere tutte le altre donne servono misure come salario minimo e congedo paritario” aggiunge Schlein.
La leader dem prova a spegnere anche le polemiche con il governatore campano Vincenzo De Luca: “non sentirete mai da me una brutta parola o un insulto verso i dirigenti del PD. Penso che l’iniziativa a Napoli contro l’autonomia differenziata di Calderoli sia stata un successo, l’accoglienza della città, dei giovani e della società civile è stata bellissima”.
Sul salario minino “continueremo a dare battaglia in Parlamento, ma credo dovremmo raccogliere firme in tutto il Paese. Il 75% delle italiane e degli italiani è favorevole”.
“E’ inaccettabile che la destra volti la faccia da un’altra parte. Il salario minimo è una misura su cui le opposizioni hanno unito le forze per chiedere che non si scenda sotto i 9 euro l’ora, altrimenti è sfruttamento e non può essere legale”.
“L’emendamento soppressivo non è un dispetto a noi, vuol dire calpestare i diritti di tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che, dai dati Istat, sono poveri anche se lavorano”.
A proposito invece del centrodestra, dopo aver confermato che il PD voterà a favore delle dimissioni del ministro del Turismo, Daniela Santanché, Schlein ha detto al Corriere, “si spacciano come liberali, ma poi nella maggioranza c’è chi vuole indebolire alcuni presidi di legalità e gli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata, dall’innalzamento del tetto al contante, alle modifiche al codice degli appalti”.
“La preoccupazione è comprensibile, se si vuole andare a ritoccare strumenti come il concorso esterno che hanno una valenza giurisprudenziale nel contrasto alle mafie e che sin qui hanno dimostrato la loro efficacia” conclude.