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Schlein: “Confronto col governo, ma sull’autonomia il no è fermo”

“Penso che sia giusto che lo Stato torni ad esserci perché c’è stata un’assenza delle istituzioni. Importante è quello che rimane, dopo la visita: quali investimenti, quali risorse per assicurare questa presenza. Abbiamo altri luoghi, come Scampia, dove gli sforzi di istituzioni e magistratura in sinergia con la presenza dell’associazionismo, del Terzo settore, di attivisti hanno prodotto risultati di cambiamento, garantendo un presidio sociale, con un lavoro comunitario con la presenza dello Stato e dei servizi”, inizia così l’intervista della segretaria Schlein su Avvenire, alla luce della visita della Premier a Caivano, e continua: “Mi sono rivolta alla premier dopo il grave caso di stupro delle due bambine, e ho proposto sulla violenza di genere di mettere da parte la dialettica politica per lavorare insieme per un grande investimento sul lavoro di prevenzione: che passa dall’educazione alle differenze a partire dalle scuole. E dalla formazione specifica di operatrici e operatori, prima che si radichi nelle nuove generazioni il pregiudizio sessista del possesso sul corpo della donna”

Sul tema dei migranti: “Noi abbiamo chiesto al governo di incontrare i sindaci che si sentono lasciati soli, dopo il decreto disumano, che ha due obiettivi: rendere più difficile salvare le vite in mare, con le sanzioni alle Ong, e smantellare l’accoglienza diffusa, che è l’unica che realizza l’inserimento sociale, evitando le grandi concentrazioni. Il decreto Meloni, come quelli Salvini in precedenza, ha aumentato gli irregolari. Ha imposto condizioni che nulla hanno a che fare con l’accoglienza, lasciando ai sindaci la gestione sul territorio”.

“La destra non ha fondi per mantenere le promesse elettorali. Bisogna darsi delle priorità e oggi la priorità è il sostegno alla sanità pubblica universale, tanto più alla luce dell’inflazione”.

Schlein prosegue su lavoro e salario minimo: “Stiamo facendo una grande battaglia con le altre forze di opposizione sul salario minimo. La proposta unitaria dice due cose fondamentali: rafforzare la contrattazione collettiva e far valere i contratti firmati dalle organizzazioni più rappresentative, per spazzare via i contratti pirata. Accanto a questo introduce la soglia minima dei 9 euro l’ora. Non credo che questa proposta sia radicale, credo sia popolare, tant’è che è condivisa da più del 70 degli italiani”.

Un passaggio sulle riforme istituzionali: “Abbiamo chiarito, nei confronti con il governo, che si parla di riforme istituzionali non senza una moratoria sull’autonomia differenziata la quale inciderebbe in modo devastante sul nostro Paese. Noi faremo di tutto per ostacolare questo progetto che spaccherebbe il Paese. La riforma costituzionale della maggioranza stravolge la forma di governo, indebolisce il Presidente della Repubblica e non rafforza i poteri del Parlamento. Abbiamo portato le nostre proposte per aumentare la stabilità ma anche la rappresentanza, cambiando la legge elettorale per combattere l’astensionismo che mette in crisi la democrazia”.

La segretaria chiude: “Il Pd è un grande partito democratico. Un partito che fa i congressi e lì si vota una linea politica. A me la grande responsabilità di guidare la comunità con grande rispetto per il pluralismo interno. La dimostrazione che si possa lavorare bene insieme si è vista nell’estate militante in cui il partito si è ritrovato compatto sulle nostre priorità”.

Intervista integrale su Avvenire

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