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Ridiamo valore all’università: più diritto allo studio, meno telematiche

Si è tenuto giovedì 18 aprile a partire dalle ore 15, nella sala Sassoli della sede nazionale del Partito Democratico (Via Sant’Andrea delle Fratte, 16), il convegno dal titolo: “Ridiamo valore all’Università: più diritto allo studio, meno telematiche“.

Un appuntamento organizzato dal Dipartimento Università e Ricerca del Pd, a cui è intervenuta, in collegamento, anche la segreteria del Partito Democratico Elly Schlein. L’incontro, trasmesso in diretta sul sito del Partito Democratico e sul canale Youtube, è stato coordinato e concluso da Alfredo D’Attorre, responsabile nazionale Pd Università e Ricerca e si è aperto con le relazioni introduttive di Irene Micali, ricercatrice presso l’Università degli studi di Firenze e membro del CdA dell’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario della Toscana, e di Mauro Tulli, ordinario presso l’Università degli Studi di Pisa e componente della Giunta di Presidenza del CUN.

“Una giornata di discussione – spiega D’Attorre – su due temi cruciali per il nostro sistema universitario, il sostegno al diritto allo studio e la necessità di un rigorosa regolamentazione degli atenei telematici. È essenziale rimettere al centro del dibattito pubblico le questioni vere da cui dipende la capacità del nostro sistema universitario di contrastare le disuguaglianze e sostenere la crescita civile ed economica del Paese. Lo è ancora di più di fronte a partiti di destra che parlano di Università solo per favorire interessi economici privati o per restringere gli spazi di libera discussione e critica. Al riguardo, va ribadita la ferma condanna di ogni ricorso a pratiche di violenza e intolleranza, ma va detto anche che c’è un pezzo di destra che sembra voler puntare sulla militarizzazione degli atenei per radicalizzare un clima di scontro e fare indirettamente il gioco di un ristretta minoranza di facinorosi. C’è invece una larghissima maggioranza di studenti, ricercatori e docenti che vogliono far sentire la loro voce per rilanciare il ruolo dell’Università come fattore di pace e di cooperazione tra i popoli, rifiutando con decisione l’arruolamento della ricerca scientifica in una logica di economia di guerra o di scontro fra civiltà.”

Sono intervenuti rappresentanti del Consiglio Universitario degli Studenti, della CRUI, dell’ANVUR, oltre a dirigenti e parlamentari del PD e delle altre forze di opposizione, a esponenti delle associazioni degli studenti (UDU, Primavera degli Studenti, Link), dei dottorandi (ADI), dei docenti e dei ricercatori (Rete 29 aprile, ARTeD) e delle forze sindacali.

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