“La piazza di sabato è un fatto politico che apre una fase nuova», assicura il responsabile Esteri del PD, Peppe Provenzano, «quel popolo non è sceso in piazza solo per militanza: sente il dovere di costruire un’alternativa alla destra».
«Nella piattaforma di quella manifestazione c’è già la costruzione di un’alternativa: la sanità, il salario minimo, la lotta al carovita, al taglio alle pensioni. Questo governo sta aggravando tutte le disuguaglianze».
Giuseppe Conte mette in chiaro che non vi farà da stampella.
«Lo rassicuro: non ci serve una stampella, il PD non ha intenzione di zoppicare! Noi sappiamo di non bastare a noi stessi, ma anche che l’unica possibilità di battere la destra passa da noi. E ci sono tanti temi che possono unire sensibilità diverse, anche al di là dei nostri confini tradizionali».
Per esempio?
«In manovra ci sono 20 miliardi di privatizzazioni: mentre gli altri provano ad allargare la propria presenza strategica in economia, noi rischiamo di compromettere la possibilità di fare politica industriale e gli interessi nazionali».
Sull’accordo Italia-Albania voi siete molto critici, ma il cancelliere socialista Scholz è più aperturista…
«Scholz ha fatto una dichiarazione prudente da capo di governo. Ma alla chiusura del congresso del Pse a Malaga, il presidente Lòfven ha detto chiaramente che quel tipo di accordi non sono il nostro modello».
La questione è: qual è il vostro modello?
«Bisogna modificare il sistema di Dublino: è questo il vero interesse dell’Italia come Paese di primo approdo. Non l’infamia dell’accordo fallito con la Tunisia. E certo non sarà questo con l’Albania a risolvere i problemi: inutile e costoso, oltre che discriminatorio e in violazione dei diritti».
Come si sta muovendo il governo nel contesto della guerra in Medio Oriente?
«Noi abbiamo dato da subito disponibilità a posizioni unitarie. Poi abbiamo criticato l’astensione sulla risoluzione Onu. Ieri il ministro Tajani ha parlato di una missione di pace Onu che ci vedrebbe assolutamente favorevoli: è quello che noi stessi avevamo proposto. Oggi chiederemo i dettagli in Parlamento».