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Merola: “Chi sarà segretario per la gente non conta. Serve un segnale di vita”

«Bisogna “fare” opposizione, non “stare” all’opposizione. Bisogna dare un segnale di vita altrimenti il rischio è sparire». Il sindaco di Bologna Virginio Merola respinge tavoli col M5S. E rigetta in toto la discussione sulla segreteria, tra i piani di Matteo Renzi e le accuse di Andrea Orlando: «Non me ne può fregare di meno chi sarà il segretario del. Pd. Parliamo al Paese di temi, di cose pratiche».

Merola, invece il Pd è afono. Come se ne esce?
«Primo, il Pd deve fare una analisi seria di quel che è successo al voto. Secondo, dobbiamo fare opposizione sui temi, non su posti o alleanze. Esempio: al vertice europeo di giugno si discuterà di un taglio dei fondi europei alle città. Il Pd deve essere contrario ai tagli».

Luigi Di Maio ha proposto un incontro anche al Pd. Secondo lei si dovrebbe aprire ai dialogo?
«È sbagliato dire che bisogna discutere con i grillini di una alleanza. Bisogna discutere, ma dei contenuti. Mi chiedo: cosa pensano i grillini dell’evasione fiscale? Oggi già tre contribuenti su quattro dichiarano 15 mila euro di reddito, altro che flat tax. Con questi contenuti, accordi politici sono difficilissimi».

E se si trattasse di un governo di scopo?
«Se fosse per cambiare la legge elettorale allora è diverso e si discuterà. Ma ora è giusto che le due minoranze uscite dal voto, M5S e Lega, provino a fare il loro governo».

Intanto il Pd farà il congresso? Martina si è candidato. C’è Nicola Zingaretti. Lei con chi sta?
«Stimo Zingaretti, Martina, eccetera ma a me e al “popolo” non può importare di meno chi fa il segretario. Il punto è proprio uscire dalla discussione tra capi e capetti e fare un congresso sulle idee. Il punto è allargare il campo del Pd. Io dico di farlo partendo dalle città, dove il Pd è andato meglio. Lì c’è una cittadinanza attiva che vuole partecipare. Ecco, ripartiamo da qui. Io l’ho chiamato un “partito d’azione di massa”: si tratta di una alleanza democratica con la cittadinanza attiva, che va coinvolta con referendum sui temi, non sui nomi. Aggiorniamo il paradigma della sinistra insieme alla giustizia sociale bisogna redistribuire potere democratico. Allo schema sinistra-destra bisogna aggiungere quello alto-basso. Oggi i cittadini sono ridotti a sudditi o clienti. Noi dobbiamo sostenere le persone che si autorganizzano per il bene comune».

Quindi niente primarie?
«Le primarie andavano bene quando c’era Prodi, ed esisteva un partito. Oggi il Pd non c’è, è un insieme di notabili, di comitati elettorali divisi persino nei circoli».

Andrea Orlando ha attaccato Renzi perchè si intromette nelle decisioni del Pd. Ha ragione?
«Lo ripeto ancora una volta: smettiamo di dividerci sui leader, e parliamo di cosa vogliamo per il Paese. Poi certo, se Renzi insiste a parlare di chi deve fare il segretario, una proposta ce l’ho: Giulio Coniglio, almeno avremo l’interesse delle bambine e dei bambini».

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