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Istat – Il mercato del lavoro

L’Istat diffonde il comunicato trimestrale sul mercato del lavoro che integra le informazioni in precedenza contenute nei comunicati con analoga cadenza “Occupati/disoccupati” e “Indicatori del lavoro nelle imprese”. Inoltre, a partire da questo rilascio i dati sull’offerta di lavoro includono le stime delle transizioni tra lavoro e non lavoro degli individui a un anno di distanza. Nella Nota metodologica sono riportati gli intervalli di confidenza dei principali indicatori non destagionalizzati sull’offerta di lavoro.

 

Nel terzo trimestre 2015 si conferma, seppure con minore intensità (+0,2%), la tendenza alla crescita congiunturale del Pil avviatasi all’inizio dell’anno. La dinamica positiva registrata nel trimestre segna comunque un’ulteriore risalita del tasso di crescita tendenziale, passato a +0,8% da +0,1% del primo e +0,6% del secondo trimestre.

 

Tale risultato è accompagnato da una prosecuzione del lento miglioramento di tutti gli indicatori sul mercato del lavoro, con aumenti congiunturali sia dell’input di lavoro impiegato sia dell’occupazione e una diminuzione della disoccupazione.

 

Il recupero dell’occupazione al netto della stagionalità sembra subire una battuta d’arresto nei mesi più recenti; la lieve crescita registrata nel periodo agosto-ottobre (+0,1%, +32 mila unità), è infatti sintesi dell’elevato incremento registrato nel mese di agosto e dei cali successivi – di analoga intensità – manifestatisi a settembre e ottobre (-0,2%).

 

Considerando i confronti tendenziali, l’occupazione aumenta di 247 mila unità in un anno e i divari territoriali si riducono per il secondo trimestre consecutivo: oltre la metà della crescita dell’occupazione è infatti concentrata nel Mezzogiorno (+136 mila). Un elevato titolo di studio si conferma un vantaggio nel mercato del lavoro. La riduzione tendenziale dei disoccupati riguarda sia le persone con precedenti esperienze lavorative, soprattutto nel Mezzogiorno, sia quelle in cerca di prima occupazione, nella maggior parte dei casi giovani e donne.

 

Dai dati di flusso, a distanza di dodici mesi i giovani continuano a rappresentare più della metà dei nuovi ingressi nell’occupazione, con una tendenza crescente; diminuiscono gli scoraggiati, che transitano più frequentemente verso l’occupazione; cresce la permanenza dei dipendenti a termine, sia per chi continua a svolgere un lavoro a termine sia per chi transita a tempo indeterminato.

 

Dal punto di vista settoriale, nel terzo trimestre è particolarmente significativa la crescita congiunturale dell’occupazione dipendente nei comparti dei servizi privati, più legati alla dinamica della domanda interna. Nell’insieme dell’economia, l’aumento dell’occupazione ha riguardato nel trimestre esclusivamente i lavoratori dipendenti a termine, le regioni del Centro e del Mezzogiorno, e soprattutto i giovani 15-34enni. La crescita tendenziale del lavoro a tempo indeterminato ha coinvolto gli uomini e gli ultra 50enni.

 

Dal lato delle imprese, su base annua il maggiore utilizzo del lavoro si registra sia per le posizioni lavorative sia per le ore lavorate anche per la consistente riduzione del ricorso alla cassa integrazione; la crescita si è concentrata nei settori dei servizi.

Continuano a crescere le posizioni lavorative in somministrazione e, in misura lieve, il tasso dei posti vacanti su base sia congiunturale sia annua. Sul versante delle retribuzioni, l’aumento tendenziale delle retribuzioni di fatto è risultato superiore all’inflazione, con una prosecuzione del recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni al lordo delle imposte.

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