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Il 2 giugno in piazza a Roma per la Costituzione e l’Europa federale

“Il 2 giugno saremo qui a Roma, mobilitati per la Costituzione e per l’Europa federale, contro questa riforma costituzionale, il premierato, e contro l’autonomia differenziata. Noi siamo per più integrazione sia in Europa che in Italia e non per la disintegrazione su cui spinge la destra”. La segretaria dem Elly Schlein, al Monk di Roma all’apertura della campagna elettorale nel Lazio, lancia l’iniziativa e chiama la piazza, a contrastare il progetto di riforme costituzionali su cui accelera la maggiornaza di governo: premierato e autonomia differenziata.

“Usiamo i nostri corpi e le nostre voci per fare muro rispetto a questo tentativo”, aveva detto Schlein qualche ora prima all’assemblea straordinaria del Partito Democratico tenutasi in Senato sul tema del premierato. “Cercano di avanzare sul pericoloso terreno del premierato e della autonomia differenziata per avere qualcosa da sbandierare in campagna elettorale. È’ pericoloso perché si parla delle regole costituzionali che tengono in piedi la democrazia”, aveva sottolineato.

“La nostra contrarietà all’elezione diretta del premier è chiara e netta, per varie ragioni di merito che vengono rafforzate dall’arroganza con cui la maggioranza e il Governo stanno trattando questa materia. Il premierato non esiste in nessun Paese al mondo. Una simile riforma scardina l’equilibrio dei poteri previsto dalla Costituzione a garanzia dei cittadini. Riduce il peso del Parlamento e scardina il principio secondo il quale è il Parlamento a decidere della vita di un Governo. Con questa riforma sarà il premier a decidere della vita del Parlamento. Forse è più democrazia? Non è una riduzione degli spazi democratici”.

La presidente del Consiglio risponde a stretto giro, accusando Schlein di “una sostanziale mancanza di argomentazione nel merito”, mentre il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, accusa Schlein e il Pd di non rispettare la Festa della Repubblica del 2 giugno.  A Gasparri replica il capogruppo Pd in senato, Francesco Boccia: “Non siamo certo noi i teppisti istituzionali ma piuttosto coloro che non avendo scritto la nostra Costituzione pensano oggi di stravolgerla. Manifesteremo il 2 giugno, con grande rispetto delle iniziative e della Festa che si svolgeranno quel giorno, proprio per ricordare le radici della nostra Costituzione che ci ricorda che la nostra è una Repubblica parlamentare”.

Dal Monk, Schlein commenta: “Che pena le mistificazioni costanti da parte di Giorgia Meloni. Non mi spaventa, faremo opposizione con tutte le nostre forze contro questa riforma pericolosa, in Parlamento facendo sentire le nostre voci e in piazza con i nostri corpi. Non abbiamo argomenti? Li abbiamo portati all’incontro con il governo, l’unico, piu’ di un anno fa. Il dialogo non lo hanno mai voluto. Abbiamo portato le nostre proposte e non ne hanno considerata nemmeno una perché questo governo si regge sul cinico baratto fra autonomia e premierato”.

Il no del Pd alla riforma di Meloni è in opposizione a quello che la segretaria dem definisce “un Parlamento eletto a strascico, dietro a un presidente del Consiglio. Ma la democrazia non si risolve nell’acclamazione di un capo ogni cinque anni. Dobbiamo fare rete e farci sentire, anche perché l’argomento della destra è molto semplice. ‘Ma come? – dicono – Non volete decidere voi?’. Però attenzione, perché dietro a quel ‘decidete voi’ c’è un colossale ‘decido io per voi'”.

La democrazia è una cosa molto più complessa che non andare ogni cinque anni a essere liberi solo nel momento del voto per poi vedere quel capo libero di comandare senza appello. La democrazia invece sta proprio nel fatto che i cittadini e le cittadine devono poter ambire ogni giorno di quei cinque anni a incidere sulle scelte dei propri rappresentanti eletti in Parlamento e ogni tanto anche a fargli cambiare idea e a correggere le scelte dell’esecutivo”. Alle spalle della segretaria, nella sala della Commissione Difesa del Senato, campeggia una citazione da Sandro Pertini. La legge ai senatori Francesco Boccia: “Dietro ogni articolo della Costituzione ci sono centinaia di giovani morti nella Resistenza ed è per questo che dobbiamo difenderla, costi quel che costi”.

 

 

 

 

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