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I Cpr sono una vergogna, vanno chiusi

È solo l’ultimo caso di cronaca, il suicidio di Ousmane Sylla, ventiduenne guineano rinchiuso nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria, periferia di Roma. Non proprio un gesto inaspettato, se, come riportano le testimonianze, il ragazzo era da tempo in condizioni di palese disperazione. Eppure, nulla è stato fatto per impedire l’ennesimo suicidio. Sul muro della sua cella – per una detenzione di cui non vedeva il motivo, e in vista di un rimpatrio che non sarebbe stato possibile, non esistendo accordi in tal senso fra Italia e Guinea – si legge “”Se morissi vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa, mia madre ne sarebbe lieta”, e ancora “I militari italiani non capiscono nulla a parte il denaro. L’Africa mi manca molto e anche mia madre, non deve piangere per me. Pace alla mia anima, che io possa riposare in pace”.
Nella giornata di ieri, gli altri ospiti della struttura, esasperati da una situazione e condizioni di detenzione inaccettabili, hanno protestato lanciando sassi e altri oggetti, e scagliandosi contro il personale. Fra loro, i compagni di cella di Sylla, che alle 5 di mattina di ieri avevano tentato di soccorrerlo, tagliando il lenzuolo a cui era si era appeso, quando era purtroppo già troppo tardi. Sono intervenute le forze dell’ordine, reprimendo le contestazioni, anche con il ricorso ai lacrimogeni.

La segretaria dem, Elly Schlein, chiede che venga fatta chiarezza sull’accaduto, e che il centro di Ponte Galeria venga chiuso. Ai microfoni del TG1, Schlein ha ricordato il “dramma di un ragazzo, di una vita spezzata così presto. Sperava evidentemente di poter aiutare la sua famiglia. Troppo spesso questo è il tragico epilogo di chi si trova detenuto in strutture dove non vengono rispettate la dignità e i diritti fondamentali delle persone”, ha aggiunto Schlein. “Chiediamo – ha concluso – che sia fatta chiarezza e piena luce su quello che è accaduto e che ci si adoperi per chiudere questo centro e per evitare altri epiloghi di questo tipo“.

“Abbiamo sulla coscienza la morte di questo giovane migrante che si uccide perché non vede futuro alla sua vita”, ha ricordato stamattina il presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia, a Omnibus su La7. “Questo governo riesce solo a fare propaganda sulla pelle dei migranti ma è evidente che il governo Meloni non è riuscito, visti i numeri, ad affrontare il problema. In ogni caso i Cpr sono assolutamente inadeguati per essere quello che dovrebbero essere, cioè strutture di passaggio. Quei centri sono solamente da chiudere, mentre il governo ne vuole costruire di nuovi”, ha detto Boccia.

Nel pomeriggio di ieri, una delegazione composta dalla senatrice dem Cecilia D’Elia, il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, e la garante dei detenuti di Roma Valentina Calderone ha visitato la struttura, constatando per l’ennesima volta le condizioni di assoluto degrado e di sospensione dei diritti della struttura di Ponte Galeria. Oggi, Magi, D’Elia, e la deputata di AVS Ilaria Cucchi, nel corso di una conferenza stampa alla Camera, hanno denunciato la vergogna di un sistema detentivo al collasso, e chiesto la chiusura dei Cpr, “luoghi di afflizione”, nelle parole di Magi. Cecilia D’Elia ha esortato a “fare come Calamandrei: bisogna aver visto, è impossibile descrivere un Cpr. Le persone passate per il carcere te lo dicono: qui è peggio, non ci sono regole. È un non-luogo, una sospensione drammatica delle garanzie e del percorso di vita delle persone. Ousmane non sarebbe stato lì se non ci fosse stato il Dl Cutro. Soprattutto non capisce perché sta lì, perché non ha senso. Dobbiamo dire che il Cpr di Ponte Galeria va chiuso”. E ha annunciato “un’iniziativa nazionale sul tema della detenzione l’8 febbraio”, alla quale parteciperà la segretaria Elly Schlein.

Una mozione per chiedere la chiusura del Cpr di Ponte Galeria è stata presentata dal Pd capitolino. “Il Cpr di Ponte Galeria è quanto di più vicino oggi a un lager e per questo va chiuso definitivamente”. Così in una nota la capogruppo dem in Campidoglio Valeria Baglio e la consigliera capitolina e presidente della commissione Politiche sociali Nella Converti. “Il suicidio del ventiduenne Osumane Sylla è una morte preannunciata – aggiungono – Da anni denunciamo, anche dopo aver ottenuto di poter visitare la struttura, le carenze e le condizioni drammatiche in cui persone lasciate in un vero e proprio limbo, in attesa di un rimpatrio o meno, sono costrette a vivere, in condizioni che violano la dignità umana. Per questo stiamo presentando in queste stesse ore in Assemblea una mozione per chiedere che questo luogo di detenzione venga definitivamente smantellato”. “Il Cpr di Ponte Galeria insiste sul territorio di Roma Capitale – dicono ancora – ed è inaccettabile che lì centinaia di persone vengano ingiustamente trattenute per mesi. La morte di Osumane e gli scontri di queste ore, che mettono a rischio l’incolumità di tutti, personale e migranti, dimostrano che è necessario che il governo intervenga al più presto per la chiusura completa e per dare adeguata assistenza ai migranti. Ci mobiliteremo per questo”.

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