«Una fuga dai problemi dei lavoratori, ma eravamo partiti da un emendamento soppressivo, si sono arresi al rinvio. La destra ha dovuto fare i conti con la realtà: è un Paese intero che chiede questa legge. Tutti hanno vicino qualcuno che lavora con uno stipendio inferiore ai 9 euro l’ora. E per sfuggire a questo che la destra ha votato lo sospensiva».
Così Marco Furfaro, deputato e responsabile Welfare nella segreteria del PD in merito alla discussione della legge sul salario minimo voluta dalle opposizioni che è stata rinviata a settembre, in un’intervista sul Corriere della Sera.
La maggioranza dice che non vuole il salario minimo per legge, puntano sulla contrattazione.
«La nostra legge rafforza la contrattazione collettiva delle organizzazioni più rappresentative, non quella pirata. Ma fa sorridere che chi non ha mai voluto sentir parlare di sindacati e di forze di intermediazione oggi riscopre il sindacato. Che non riconosce mai quando fa uno sciopero, quando protesta. La verità è che l’idea dell’Italia che ha questa destra è contraria alle parole che si mettono in bocca, patria e nazione. La loro è invece un’Italia piccola piccola dove il sistema economico compete giocando al ribasso sul costo del lavoro, costringendo le persone ad accettare qualsiasi posto di lavoro a qualsiasi condizione. Per non parlare di quanto è successo con il reddito di cittadinanza».
«Ad agosto, mentre il governo se ne va al Twiga sui lettini della ministra che non paga i dipendenti, centinaia di migliaia di persone rimarranno senza alcun sussidio».
«Credo che l’opposizione abbia molti temi fuori dai politicismi sui quali si può unire. Il salario minimo dimostra che quando usciamo dalle dinamiche tutte orientate intorno ai nostri ombelichi e mettiamo al centro la quotidianità, la vita, le cose che interessano la gente, i punti di unione si trovano. Difenderemo questa legge, la battaglia continuerà nelle piazze e anche nelle spiagge. Ci mobiliteremo raccogliendo le firme dei cittadini e delle cittadine».