Sciocco e ingiusto mettere sotto processo Elly Schlein per i risultati delle elezioni: sul quotidiano La Repubblica Davide Baruffi, responsabile enti locali del Pd, risponde alle domande della giornalista Giovanna Casadio spiegando che “queste amministrative erano state impostate prima che diventasse segretaria”.
Certo, la sconfitta è chiara e la delusione è forte. Nell’analisi del voto occorre guardare a tutte le realtà e “Se è vero che il segno complessivo viene dalle città principali allora ha vinto la destra, però ci sono stati buoni risultati in città medie da Cologno Monzese a Torre del Greco”. Questo, ovviamente, non basta.
L’analisi di Baruffi si concentra su due elementi: la forza di coesione la proposta del centrosinistra (“Nelle alleanze bisogna crederci, il fatto che Conte non abbia accettato di chiudere da nessuna parte la campagna elettorale con Schlein, lo giudico un limite”) e la capacità del centrodestra: “Meloni gode ancora di un credito importante, ma la forza della destra, anche in questo caso, nasce più dalla capacità di stare insieme che da un consenso maggioritario nel Paese che non c’è. E il punto è proprio qui”.
Secondo il dirigente dem “un’alternativa alla destra deve presentarsi come tale, riconoscibile e credibile. E invece un centrosinistra nuovo che si presenti agli elettori per vincere ancora non c’è”.
Ha funzionato a Vicenza perché all’ottima candidatura di Possamai si è unita “la cifra dell’innovazione e della freschezza della proposta”; mentre dispiace in particolar modo Ancona, “perché è una città importante e perché la destra non sta facendo bene in quel territorio”.
In Toscana non è bastato “portare la destra al ballottaggio nei tre capoluoghi in cui eravamo all’opposizione”, a Brindisi c’era una situazione particolare: “abbiamo scelto di non sostenere il sindaco uscente, che pure si era ricandidato, e questo ha complicato non poco la sfida”.
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