“Il consiglio dei ministri del 1 maggio, convocato per approvare il “decreto lavoro”, sarà l’occasione per il governo di sbandierare un taglio temporaneo del cuneo fiscale con cui metterà una piccola, temporanea misura di qualche mese alla voragine della perdita del potere d’acquisto dei salari provocata dall’inflazione. È lo stesso governo che con il Def invoca la moderazione salariale, non mette un euro sul rinnovo dei contratti pubblici e non si impegna a sollecitare il rinnovo dei contratti privati scaduti per più di 6 milioni di lavoratori.
Nascosto nel decreto ci sarà invece un ulteriore aggravio della precarietà del lavoro, attraverso la facilitazione dell’uso e abuso dei contratti a termine, fino a 24 mesi, con la collaborazione di associazioni sindacali non rappresentative, le stesse che firmano i contratti pirata, o con quella dei consulenti del lavoro, che non sono certo un organismo di rappresentanza.
Come non bastasse tutto questo, il decreto introduce due misure sostitutive del reddito cittadinanza per le quali verranno stanziate risorse nettamente inferiori rispetto a quanto il governo precedente aveva previsto per il Rdc: -12% nel 2024, -25% nel 2025 e -31% nel 2026). È la conferma che il governo sta facendo cassa a detrimento delle politiche contro la povertà. E viene affossata l’idea di una misura di contrasto universale alla povertà: saremo l’unico paese europeo senza questa rete di protezione.
Per tutti questi motivi approvarlo il 1° maggio, nascondendosi dietro alle bandiere delle lavoratrici e dei lavoratori, è una provocazione e una grande presa in giro”.
Così in una nota il Partito Democratico.
“Dal Governo l’ennesima provocazione: il 1maggio presenteranno il dl Lavoro, che sarebbe più giusto chiamare dl Precarietà. In una giornata simbolica, l’esecutivo mostra il suo vero volto presentando un pacchetto fatto di diseguaglianze e passi indietro sui diritti”. Lo scrive su Twitter Chiara Gribaudo vicepresidente del PD.
“Vogliono un’Italia in cui pochi, pochissimi, siano garantiti e privilegiati. Tutti gli altri devono essere poveri e se va bene precari. Vogliono un esercito di italiani a farsi concorrenza per pochi posti di lavoro a condizioni non dignitose. Non hanno idea alcuna su transizione ecologica e digitale, su come aprire nuove filiere produttive e costruire nuovi e buoni posti di lavoro, così perseguono un modello ben preciso: un sistema economico basato sulla concorrenza al ribasso sulla pelle delle persone. Si mettono in bocca la parola patria e nazione per tradirla tutti i giorni, relegando milioni di italiani nella precarietà e accanendosi contro i più poveri. Combatteremo con forza chi per nascondere i propri fallimenti fomenta la guerra tra poveri. L’Italia si merita di meglio di questo governo che odia le persone fragili”. Così in una nota Marco Furfaro, responsabile iniziative politiche, welfare e contrasto alle diseguaglianze per la segreteria nazionale del Partito Democratico.
“Oltre al danno la beffa, il governo punta ad approvare, proprio il primo maggio, il pacchetto di norme contro le lavoratrici e i lavoratori”: lo dichiara Michele Fina, senatore del Partito Democratico.
“Come è proprio della visione che la destra ha sempre avuto sul lavoro, anche questa volta le misure proposte puntano ad un sistematico indebolimento dei diritti e a una precarizzazione sempre più spinta dei contratti fino a 24 mesi. Nessuno strumento per l’adeguamento all’inflazione, non un euro per il rinnovo dei contratti pubblici, un taglio secco fino al 31% in meno nel 2026 delle risorse per il contrasto alla povertà. Il taglio temporaneo del cuneo fiscale è chiaramente una foglia di fico, specialmente se si considera quanto poco se ne beneficeranno i redditi più bassi. È di politiche di tutt’altro che c’è bisogno nel nostro Paese, a cominciare dalla promozione e dalla difesa dell’occupazione di qualità. Queste, per favore, non chiamiamole misure per il lavoro ma contro le lavoratrici e i lavoratori”.
“Il consiglio dei ministri del 1 maggio, convocato per approvare il “decreto lavoro”, sarà l’occasione in cui il governo esibirà la carota di un taglio temporaneo del cuneo fiscale, che mette una piccola pezza, per qualche mese, alla voragine della perdita del potere d’acquisto dei salari provocata dall’inflazione. E’ lo stesso governo che con il Def invoca la moderazione salariale, non mette un euro sul rinnovo dei contratti pubblici e non si impegna a sollecitare il rinnovo dei contratti privati scaduti per più di 6 milioni di lavoratori.” Lo dichiara Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro del Partito Democratico. “Ma, nascosto nel decreto, ci sarà il bastone dell’ulteriore aggravio della precarietà del lavoro, attraverso la facilitazione all’uso e abuso dei contratti a termine, fino a 24 mesi, con la collaborazione di associazioni sindacali non rappresentative, le stesse che firmano i contratti pirata, o con quella dei consulenti del lavoro, che non sono certo un organismo di rappresentanza”.
“Se nello stesso decreto, in cui fai un taglietto del cuneo fiscale, allarghi le maglie dei contratti a termine, non aiuti i salari, ma il principale fattore che li spinge verso il basso: la precarietà.
Il governo eviti almeno di usare il 1maggio per questa assurda presa in giro”. Così su Twitter Alfredo D’Attorre, responsabile università della segreteria nazionale del PD.
“Il cosiddetto decreto lavoro che il governo approverà il primo maggio è un inganno che aumenterà la precarietà. Scelte che renderanno ancora più vulnerabili le lavoratrici, che già oggi subiscono part time involontari, precarietà e lavoro in nero”. Così su Twitter la portavoce della Conferenza delle donne PD, Cecilia D’Elia.
“Al governo non basterà procedere a colpi di provocazioni per nascondere gli effetti del prossimo dl lavoro. Utilizzare il I maggio per un cdm che allarghera’ le maglie della precarietà e taglierà risorse contro la povertà è un pugno nell’occhio a lavoratrici e lavoratori”. Lo scrive su Twitter Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del PD.
“Combattere il precariato è una priorità per dare dignità al lavoro e sicurezza ai quei milioni di lavoratori costretti a salari da fame. E il governo fa l’esatto contrario allargando le maglie. Per giunta con un decreto che intende approvare il primo maggio. La destra che taglia la sanità pubblica, che non mette risorse sulle pensioni, che non ha una strategia per difendere dall’aumento dei prezzi e non sa cogliere l’occasione del Pnrr continua ad accanirsi contro chi è più colpito dall’aumento delle bollette e dei beni di prima necessità”. Lo scrive in una nota Debora Serracchiani, responsabile giustizia della segreteria nazionale del PD.
“Il Governo Meloni sta preparando per il 1 Maggio una mossa di pura propaganda: un taglio al cuneo fiscale piccolo e temporaneo mentre si favorisce il lavoro precario a termine e si riducono i fondi per combattere la povertà”. Lo dichiara Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità della segreteria nazionale PD, in un tweet.
“Il Decreto Lavoro che il Governo Meloni ha annunciato di voler approvare nel Consiglio dei Ministri convocato appositamente il 1 maggio è semplicemente una presa in giro. Perché con lo sbandierato taglio del cuneo fiscale che ha però copertura solo fino al 31 dicembre si intende coprire il vero intento del Decreto: da un lato liberalizzare ed estendere i contratti a termine e dall’altro proseguire nella destrutturazione di misure di contrasto alla povertà e di sostegno del reddito.
Quindi più precarietà e meno tutele per le fasce più deboli. L’esatto contrario di ciò che servirebbe a chi per vivere deve lavorare”. Lo dichiara Igor Taruffi, responsabile Organizzazione del Partito Democratico.
“Dal Governo continuano a prendersela inspiegabilmente con i più deboli tagliando le risorse per contrastare la povertà. Sono contrari al salario minimo e aumentano la precarietà. In questo modo aumenteranno le diseguaglianze e divari. Il PD si opporrà con forza!”. Lo scrive su Twitter Marco Sarracino, responsabile coesione territoriale, Sud e aree interne del PD.
“Oltre al danno la beffa. Il Governo quest’anno per il 1 maggio festeggia il precariato a discapito di giovani, donne e lavoratori che devono fronteggiare quotidianamente inflazione e carovita. Con quale faccia si possono incoraggiare le nuove generazioni a fare figli senza le garanzie di un lavoro con salario dignitoso?”. Così in una nota Marwa Mahmoud, responsabile Partecipazione e Formazione politica della segreteria del PD.
“La controprogrammazione del governo per il primo maggio prevede la convocazione di un cdm per approvare un decreto lavoro che non risolverà il problema del potere d’acquisto dei salari, aggraverà la precarietà del lavoro, darà un colpo di grazia al reddito di cittadinanza. È il governo che, dalla legge di bilancio al Def, toglie risorse per la scuola e non mette un euro sul prossimo rinnovo dei contratti pubblici. Di tutto si tratta tranne che di misure a sostegno delle lavoratrici, dei lavoratori e dei cittadini più fragili. L’ennesimo decreto spot che non favorirà la crescita dell’occupazione di qualità, il sostegno ai salari e l’aiuto a chi non ce la fa ad arrivare a fine mese. Una presa in giro per milioni di cittadine e cittadini”. Così Irene Manzi, responsabile scuola della segreteria del PD.