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D’Amico: “Radicalizzano lo scontro per coprire il loro nulla. Il clima è cambiato, ce la possiamo fare”

“Erano convinti di avere già vinto. Ma la realtà si sta scontrando con la loro narrazione”. Così Luciano D’Amico, l’ex rettore dell’Università di Teramo, candidato progressista alla presidenza dell’Abruzzo, in un’intervista al Manifesto rende l’atmosfera che si respira nelle tante piazze di questi ultimissimi giorni di campagna elettorale. “Il clima è cambiato, l’elettorato progressista dopo la Sardegna ha capito che possiamo farcela anche qui”, spiega.

Al suo fianco, in questi due giorni, la segretaria dem Elly Schlein e Pierluigi Bersani. D’Amico si dice orgoglioso del loro sostegno, e all’obiezione che viene mossa da destra sulla mancanza di un palco unitario con tutti i leader, affonda: “la vera differenza è che i leader del centrosinistra vengono con me in giro per i paesi a incontrare le persone,non a fare passerelle”.

All’affermazione di Meloni, che martedì agli imprenditori di Teramo ha detto che se  Marsilio non fosse riconfermato gli effetti sarebbero “devastanti” per l’Abruzzo, D’Amico replica: “A me pare una gigantesca minaccia. Marsilio insiste molto nel dire che lui è amico della premier, che loro sono una filiera e questo farà bene alla regione. A me pare una implicita accusa di scorrettezza a Meloni, come a dire che elargisce le risorse pubbliche in base al colore politico di chi governa i territori. Che per palazzo Chigi ci sono figli e figliastri, l’amichettismo elevato a regola di comportamento tra istituzioni”.

Marsilio si è vantato di aver richiamato dall’estero il cardiochirurgo che l’ha operato “Hanno iniziato la campagna elettorale convinti di avere già vinto”, allora “radicalizzano lo scontro o dicono cose non vere”, replica D’Amico. “Ma i numeri della sanità sono gravi: le liste di attesa, la mobilità di chi per curarsi deve andare altrove o addirittura rinuncia alle cure. La realtà si sta scontrando con la loro narrazione”. D’Amico spiega come le prime due scelte che farebbe, se fosse eletto, sarebbero “altamente simboliche: il ritiro del parere favorevole all’autonomia differenziata e il ripristino integrale dell’area protetta del Borsacchio. Poi mi concentrerei sul vero buco nero che è la sanità”. Per farlo, ha in mente la riorganizzazione della “rete di medicina territoriale, per fare da filtro e iniziare a ridurre le liste di attesa e gli accessi in pronto soccorso. Poi – aggiunge – vorrei introdurre i centri di assistenza e urgenza, sul modello emiliano: servono per curare i codici bianchi e verdi e disingolfare gli ospedali. I cittadini per curarsi devono avere in tasca la tessera sanitaria, non la carta di credito”.

Un altro punto qualificante della piattaforma progressista è  il biglietto gratis per bus, pullman e treni regionali. Con quali soldi? “Costerebbe – spiega l’ex rettore – circa 30 milioni l’anno, che si recuperano riducendo le “leggi mancia’ e con una revisione della spesa. I trasporti pubblici sono utilizzati dalle fasce più deboli ed è anche un modo per ricucire le aree interne con quelle costiere”.

Insomma, quello che conta “è stare concentreti sui territori”, come è successo per la candidatura di Todde in Sardegna. Perchè alla fine, la differenza sta nella “conoscenza del territorio” e nella “capacità di capire i problemi perché li si vive”.

“Una cosa è già successa: abbiamo dimostrato che è possibile costruire un’intesa tra tutte le forze democratiche per un’alternativa alle destre – sottolinea D’Amato -. Questa possibilità è già un potenziale avviso di sfratto. Se vinciamo daremo un buon governo alla nostra regione”.

 

 

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