Livorno, Parma, Ragusa, Civitavecchia, e ancora Pomezia, Quarto, Bagheria, Gela, Venaria Reale. L’elenco è lungo e non finisce qui. Riguarda le città amministrate dai sindaci a 5 stelle, dove la lunga lista di contraddizioni, promesse non mantenute, e in alcuni casi di veri e propri disastri, comincia da un po’ di tempo ad attirare l’attenzione quotidiana dei media oltre che, sempre più spesso, le sonore lamentele dei cittadini.
Oggi sia La Stampa che Il Foglio hanno dedicato due corposi reportage alle strane storie dei grillini alle prese con il governo dei territori.
Da Livorno, diventato il caso emblema con il caos rifiuti, le proteste dei lavoratori dell’AAMPS e le lettere di sospensione fatte recapitare ai consiglieri M5S in disaccordo col sindaco Nogarin, al rischio concreto di disavanzo tecnico a Civitavecchia, fino alla Tasi prima abolita e poi reintrodotta a Ragusa.
Ma è lunga la lista delle contraddizioni, riportate dai due quotidiani, in cui si stanno venendo a trovare i sindaci ormai ex ‘apriscatole’, dove una citazione a parte merita il capitolo ‘tengo famiglia’, con la stessa Ragusa, dove l’assessore alla Cultura si è dimessa dopo l’assunzione del marito in una società in convenzione col Comune. E ancora Quarto, dove il sindaco ha affidato alla tipografia del marito la stampa di alcuni volantini del Comune, e poi Bagheria, dove i revisori dei conti hanno accusato il sindaco di dare incarichi su incarichi ad avvocati esterni, tra cui figura la cognata di uno degli assessori pentastellati, e infine Gela, dove il sindaco avrebbe assunto nello staff una delle migliori amiche di sua moglie.
Insomma, solo un breve assaggio di quella che lo stesso Grillo sul suo blog ha definito la ‘cura 5 stelle’.