Un intervento “squadrista e inaccettabile”. Ieri alla Camera, durante la discussione sulla Commissione d’inchiesta Covid, la destra ha dato il peggio di sé, attaccando con un atteggiamento che ricorda davvero lo squadrismo fascista, chi ha guidato il Paese negli anni della pandemia: gli allora presidente del Consiglio Conte, e il ministro della Salute, Roberto Speranza.
“Io sono a disagio per l’intervento che ho ascoltato”, ha detto Speranza, replicando ad Alice Buonguerrieri di Fratelli d’Italia, durante la discussione in Aula. “Dovrei però forse ringraziare quella deputata: se qualcuno aveva dei dubbi, credo che questo intervento li abbia definitivamente fugati”.
“È stato accostato il mio cognome e quello di Giuseppe Conte alla parola condanna”, ha spiegato Speranza. “Siccome noi siamo stati in tribunale ma c’è stata un’archiviazione con formula piena, accostare le nostre personalità alle parole condannati in maniera confusa, come è stato fatto è molto grave e non è accettabile”, ha detto l’ex ministro della Salute, dopo il voto finale con il quale è arrivato l’ok alla commissione d’inchiesta Covid.
“Se qualche italiano aveva dubbi sugli obbiettivi e il senso della commissione questo intervento li ha chiariti – ha aggiunto Speranza. – È emerso in maniera lampante che l’obiettivo di questa Commissione non sia quello di valutare in maniera seria i fatti, ma di fare propaganda politica. È stato un intervento squadrista che ricorda i momenti peggiori di questo Paese. Ribadisco – ha poi concluso – di aver operato da ministro con disciplina e onore come dice la nostra Costituzione”.
“Il voto sulla Commissione Covid è stata una pagina indegna, ma ancora più gravi le accuse rivolte a Speranza e Conte da FdI, con la complicità del vicepresidente Rampelli. Un attacco squadrista che offende le istituzioni”, ha commentato su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Quello che emerge da questa ennesima “bagarre alla Camera” – come viene segnalata dai media e di cui avremmo fatto volentieri a meno – non è certo l’intento di “fare luce”, ma quello di alimentare la gogna pubblica, soffiando sul fuoco dei peggiori rigurgiti complottisti. Un atteggiamento vergognoso di chi si sente padrone delle istituzioni.