“Non si puo’ discutere di riforme se su altri terreni come l’autonomia differenziata, che spacca il Paese e crea enormi problemi, vanno avanti come un treno e con forzature che escludono il parlamento e il rapporto con le regioni”.
Lo ha detto a La Stampa la capogruppo del PD, Chiara Braga, dopo il summit con la premier.
“Era un incontro istituzionale, – racconta – anche molto franco e in cui è stato possibile confrontarci sul merito. Ha parlato di fatto solo la premier, Salvini a un certo punto si è assentato. Noi abbiamo detto con chiarezza che ci interessa capire le condizioni e il perimetro, se è un confronto vero non possono esserci soluzioni precostituite”.
Meloni “ha parlato di elezione diretta del premier o del Presidente della Repubblica e noi le abbiamo ribadito la nostra contrarietà, perché crediamo che sia sbagliato cambiare la forma di governo parlamentare. Non siamo disponibili a farlo e a indebolire pesi e contrappesi fondamentali. Inoltre, non siamo favorevoli a un ridimensionamento dell’istituzione del presidente della Repubblica, che è stato elemento di garanzia, tenuta e coesione nazionale, per sostituirlo con un modello di uomo o donna sola al comando”.
La premier andrà avanti comunque: “Certo il fatto che comunque sono pronti ad andare avanti non è il viatico migliore per un vero confronto e lo abbiamo fatto presente. Ma se il tema è dare più efficienza alla forma di governo, siamo favorevoli a un sistema che dia più stabilità e rappresentanza con altri interventi: un sistema elettorale che avvicini il rapporto tra eletti ed elettori, la sfiducia costruttiva per evitare crisi di governo al buio. E poi una limitazione della decretazione di urgenza e un ruolo rafforzato del Parlamento”.
“Infine – conclude Braga – andrebbe migliorato lo strumento del referendum potendo raccogliere le firme anche digitali e l’attuazione dell’articolo 49 sui partiti politici”.