«Partivamo da 8 città a 5. Adesso l’obiettivo per noi è conquistare comune in più, per dare il senso di un cambio di rotta. Si deciderà tutto fra due settimane. Il dato politico di questo primo turno è che il PD è indiscutibilmente il perno della coalizione del centrosinistra e rimane il partito più sano e più forte nel campo candidati sindaco».
Così la viceprersidente del PD, Chiara Gribaudo in un’intervista su la Repubblica.
Quanto vi ha penalizzato l’assenza di un campo largo?
«Sicuramente allargare il campo significa avere più chance. Sono riflessioni utili da fare, ma senza snaturare il nostro progetto. Guardiamo Vicenza, dove siamo in vantaggio senza i 5 Stelle, così come in altre realtà , che non sono capoluoghi, per esempio a Novi Ligure. Soprattutto guardiamo Brescia, dove abbiamo vinto al primo turno, mentre la destra aveva puntato tutte le fiches lì, con la sfilata di Meloni e Salvini».
Davvero non crede sia mancata alleanza con i 5 Stelle?
«Il PD è il perno dell’alternativa alla destra. Il M5S, come anche il Terzo polo, deve chiarire a se stesso chei solo uniti si vince. C’è il campo progressista e il campo conservatore, o qui o là . Forse i 5S in questo senso dovrebbero fare una riflessione in più, evitare smarcamenti maldestri.».
Spira ancora un vento di destra nel Paese?
«Siamo onesti: in questo momento un po’ di luna di miele ancora c’è. Anche perché questa destra prova a distrarre i cittadini con scelte identitarie, copre i disagi economici e sociali con la propaganda. Ma dove c’è una classe politica seria e l’apertura di una discussione vera con la città , non c’è tutta quest’aria di un destra. Vengono a galla le sofferenze di un pezzo della popolazione. Come a Brescia, appunto».
Il PD su cosa punta per recuperare su Fdl nei sondaggi e soprattutto nel Paese?
«Sui temi su cui il governo sta dividendo il Paese. Il lavoro, l’accesso ai servizi come la sanità pubblica, su un’idea diversa di scuola, battendoci contro l’autonomia differenziata che spacca Nord e Sud. Questa destra, non sostiene chi sta peggio, anzi un aumenta la precarietà e taglia le cure pubbliche. Non sembra nemmeno avere un’idea di come sostenere la alla crescita e la produttività , semmai rischia di farci perdere la grande opportunità dei prossimi anni, i miliardi del Pnrr».