“Dopo la fugace apparizione della presidente Meloni a favore delle telecamere, in Emilia Romagna non è arrivato un euro. E nulla sembra smuovere la coscienza di questo governo, neppure i video dei cittadini disperati che hanno perso tutto e che chiedono di essere ascoltati ed aiutati. Però il tempo per il revisionismo storico lo trovano, per mettere le risorse necessarie alla ricostruzione no”: le parole di Debora Serracchiani fotografano perfettamente la situazione politica italiana, dove gli esponenti della destra continuano in una sorta di processo di revisione storica (l’ultima, appunto, è la dichiarazione del portavoce della Regione Lazio sulla strage di Bologna), mentre nel governo tutto è immobile e nessuno si occupa dei problemi degli italiani.
“Le loro emergenze sono i rave, le ong, la carne sintetica, gli stipendi dei manager. Gli alluvionati possono aspettare, che vergogna”, osserva Marco Furfaro, che sottolinea come il governo abbia stanziato metà delle risorse che servirebbero, mentre “ha promesso a cittadini e imprese il 100% di rimborsi” ed ancora non è arrivato un solo euro.
A rincarare la dose è Marina Sereni: “Famiglie, amministratori locali, imprenditori stanno aspettando dopo settimane e mesi che le risorse promesse arrivino finalmente ai destinatari. Se non si interviene ora per risistemare le strade e le zone colpite dalle frane poi, quando finirà il caldo e tornerà la pioggia, sarà troppo tardi. Se non si interviene subito per dare il 100 per cento dei ristori alle famiglie e alle aziende molte realtà andranno in crisi in modo irreversibile”.
Sereni si chiede come sia possibile che “la presidente Meloni si sia così presto dimenticata dell’Emilia-Romagna locomotiva d’Italia”.
“Possibile – aggiunge – che dopo le passerelle e le conferenze stampa presidente del Consiglio e ministri si siano dimenticati gli impegni presi con la Regione e le comunità interessate? Non c’è più tempo per aspettare, si diano subito i fondi necessari e si faccia finalmente partire la macchina della ricostruzione”.
Sulla stessa linea anche la parlamentare Irene Manzi, sottolinea le promesse disattese : “E’ una vergogna che i comuni colpiti, le imprese e le famiglie non abbiano ricevuto le risorse promesse. La ricostruzione è ferma per mancanza di fondi. Hanno passato due mesi a decidere sul commissario per la ricostruzione e adesso si sono dati alla macchia, lasciano soli interi territori”.