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Accoglienza, Bonaccini: “Il decreto? Parole al vento come a Cutro”

“Se vogliono andare avanti da soli non scarichino il problema sui sindaci”, sbotta Stefano Bonaccini alla notizia che il governo intende scavalcare Regioni e Comuni dando alla Difesa il compito di costruire i centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr).
 
“E poi – domanda in una intervista a La Stampa – come si concilia l’autonomia differenziata con l’esercito che si sostituisce alle istituzioni?”. Il governatore emiliano e presidente del PD è a dir poco irritato, liquida così la questione di una sua candidatura alle europee – “ho ben altro per la testa, voglio far ripartire dopo l’alluvione i territori colpiti” – e si dice pronto a fare la sua parte anche sui Cpr “ma a condizione che vi sia un piano serio e strumenti efficaci”.
 
“Sono mesi – spiega – che chiediamo al Governo, senza alcuna risposta, un piano nazionale sulla gestione degli arrivi e dell’accoglienza, condiviso con Regioni ed Enti locali. L’esatto contrario di quello che accade oggi, con i sindaci chiamati dai prefetti all’ultimo momento. E’ così che si rischia di arrivare alle tendopoli nelle città”.
 
“Oggi dal Governo – aggiunge – hanno spiegato che i Cpr non serviranno per accogliere i profughi, cioé le migliaia di persone che settimanalmente arrivano sul nostro territorio, ma per trattenere i pericolosi. Pensavo che per quello ci fossero le carceri. Ma allora il problema vero, dei grandi numeri dell’emergenza, dell’assenza di strutture, di persone che non si riesce a collocare, dei minori non accompagnati, chi lo affronta se i Cpr servono ad altro?”.
 
Anche i governatori sono divisi. Emiliano dice che la Puglia è disponibile: “Io faccio il presidente dell’Emilia Romagna. Insieme al nostro sistema regionale abbiamo condiviso una piattaforma in quattro punti che venerdì presenteremo al ministro Piantedosi, insieme ai sindaci delle città: istituzione di un Tavolo permanente Stato-Regioni operativo su arrivi e accoglienza; definizione di un’equa ripartizione nazionale degli arrivi, adesso fortemente sbilanciata su alcune Regioni rispetto ad altre; fondi ai Comuni per l’accoglienza di minori non accompagnati; centralità del sistema di accoglienza diffusa dei Cas e dei Sai, con un adeguamento degli attuali capitolati per garantire servizi di accoglienza e integrazione. Non siamo certo qui a negare il problema o a sottrarci alle nostre responsabilità”. Il governo ha deciso di equiparare i Cpr a basi militari, eliminando il concerto con le Regioni.
 
“Segnalo che nelle stesse ore in cui la premier Meloni ingaggiava la Difesa chiedevano a noi di intervenire con la Protezione civile regionale. Ma se vogliono assumersi la responsabilita’ di andare avanti da soli non cerchino poi capri espiatori”.
 
Quanto alla detenzione di un anno e mezzo: “Il Governo ha approvato una misura che produrrà lo stesso effetto delle precedenti: nessuno. Domando: il cosiddetto Decreto Cutro quali risultati ha portato? Gli sbarchi sono aumentati, gli scafisti hanno continuato a prosperare, i sindaci hanno continuato a rimanere soli nell’accoglienza”, ha concluso Bonaccini.

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