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Marcucci: “Pd unico baluardo contro il populismo di Lega e 5stelle”

Alla Camera faremo liste molto competitive, con personaggi autorevoli e radicati. Punteremo al 40%. Ci credo eccome. Gli italiani che temono l’avanzata della destra populista di Salvini e del M5S avranno un solo baluardo possibile: il Pd. Il voto ad altre liste non collegate sarà buttato via, sarà di fatto un favore agli avversari». Sbaglia chi crede che i renziani siano in ritirata strategica, che stiano lentamente tornando indietro rispetto alla “vocazione maggioritaria”. «È il contrario», rilancia Andrea Marcucci, senatore e presidente della Commissione cultura. Così come sbaglia chi crede di poter usare il fattore-tempo per logorare la leadership di Matteo Renzi: «Oggettivamente -afferma con sicurezza Marcucci- la legislatura finirà con l’approvazione della legge di Bilancio. La data delle elezioni, poi, avrà il suo iter, credo comunque all’inizio di marzo».

Prima però c’è il voto in Sicilia. Il Pd ha fatto la scelta giusta alleandosi con i centristi di Ap?
In Sicilia abbiamo compiuto un atto di responsabilità, accogliendo l’invito del sindaco Orlando ad una coalizione larga con un candidato civico. Mdp all’inizio c’era. Poi ha prevalso un incomprensibile veto ad Alfano. Eppure Bersani governa con l’attuale ministro degli Esteri dal 2012, e quando era segretario ha sostenuto Crocetta che poi prevalse con molti contributi centristi. In ogni caso c’è ancora tempo perché ci ripensi. Micari è il nome giusto, ora serve la generosità di tutti, di Crocetta in primis, per sconfiggere il “Tafazzi” che è in noi. Operazioni di mera testimonianza, come quella di Fava, andrebbero a tutto vantaggio degli avversari.

In caso di sconfitta Renzi rischia la segreteria?
Un’elezione regionale non può influenzare gli equilibri nazionali. Se c’è qualcuno che vuole cambiare segretario pochi mesi dopo le primarie, deve mettersi l’animo in pace e aspettare il prossimo Congresso.

L’alleanza con Alfano è anche una indicazione nazionale?
È nei fatti che chi ha sostenuto i governi Renzi-Gentiloni pensi ad una collaborazione anche in futuro. Come è naturale e quasi scontato che la nuova forza politica di Pisapia collabori con il Pd. È Mdp che deve chiarirsi le idee: volevano ricostruire l’Ulivo e invece hanno fatto una nuova Rifondazione. Si ravvedano, perché quando la sinistra radicale si è messa in proprio ha fatto vincere gli altri.

Forza Italia e Lega tendono la mano sulla legge elettorale… Perché frenate?
Il Pd non frena, si limita a guardare i numeri. In Senato, una legge elettorale non voluta da M5S non passa. Non siamo come Berlusconi, che fine 2005 in pochi giorni fece approvare il Porcellum contro di noi. Un nuovo tentativo andrà fatto, ma dubito che vada in porto: non mi pare infatti che Grillo abbia cambiato idea.

La discussione sulla legge elettorale sfocia nella discussione sulla leadership nel centrosinistra. Pochi mesi fa il Pd sembrava avere solo Renzi. Oggi ci sono Gentiloni, Minniti… Questo creerà tensioni nel Pd?
Siamo un partito ricco di personalità che stanno facendo bene. Gentiloni, Minniti, Delrio, Boschi. Il Pd ha una bella squadra in campo. Gentiloni poi ha dimostrato di essere un ottimo presidente del Consiglio, Renzi che lo scelse a dicembre aveva ragione. È totalmente fuori strada chi sperava o ancora spera in rotture tra il Pd e Gentiloni. E non c’è alcun rischio di vedere il nostro segretario, Renzi, marginalizzato.

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