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Rosato: «Legge elettorale, pronti al dialogo ma solo se c’è un accordo a quattro»

Il Pd è disponibile a riaprire il dialogo sulla legge elettorale. Ettore Rosato, capogruppo alla Camera, non chiude all’appello di Berlusconi.

 

Berlusconi, in una intervista a II Mattino, ha rilanciato la necessità del dialogo sulla legge elettorale con i quattro partiti che trovarono l’intesa sul sistema tedesco. «Riproviamoci», ha detto. Il Pd è disponibile a riaprire la trattativa?
«Direi di sì. È necessario e utile che si riprenda un dialogo che coinvolga i quattro partiti più grandi. Ma ne parleremo a settembre per evitare di ammazzare la legge elettorale in un dibattito agostano».

 

Berlusconi ha rilanciato il sistema tedesco, ha spiegato che l’accordo a quattro è inciampato in un incidente parlamentare. Si può ripartire dal sistema tedesco?
«Il punto di partenza sarà quello intorno al quale sarà possibile ricercare l’unità dei quattro partiti più grandi».

 

E se uno dei quattro dovesse sfilarsi?
«Mi sembra chiaro che non si farà nulla».

 

I quattro partiti più grandi sono Pd, Forza Italia, M5s e Lega. Dall’accordo è dunque esclusa Ap, che è in maggioranza e sostiene il governo?
«Il tema non è escludere qualcuno, semmai includere tutti. È un ragionamento che vale per Ap ma anche per Mdp».

 

Il ministro Orlando sostiene la necessità di una legge elettorale che privilegi le coalizioni perchè, sostiene, con i sistemi oggi in vigore vincerà l’ingovernabilità. È una preoccupazione fondata, quella di Orlando?
«Purtroppo per garantire la governabilità c’è solo il ballottaggio e una Camera sola. Ma ne parleremo a settembre, non è materia di dibattito agostano».

 

È sicuramente un dibattito agostano il tema delle elezioni regionali in Sicilia. Si voterà tra poco meno di tre mesi e il centrosinistra non solo non ha ancora un candidato ma non ha neanche definito la coalizione. Si farà l’accordo con Ap e Alfano?
«In Sicilia si riparte dalla coalizione che ha vinto a Palermo con Leoluca Orlando. Quello è il nostro schema e mi sembra che ci siano tutti gli elementi per riuscirci».

 

Orlando a Palermo non aveva voluto i simboli di partito, neanche quello del Pd. Sarà così anche perle regionali?
«Non credo. A Palermo c’era una situazione diversa e in generale le città si caratterizzano più facilmente per la presenza di liste civiche. Alle regionali i partiti ci saranno con le loro identità, insieme a espressioni del civismo».

 

Alternativa popolare sarà in coalizione?
«Ap governa già con il Pd a Palermo. Auspico che si possa costruire la stessa coalizione per le regionali».

 

Però Alfano chiede che gli accordi siciliani vengano estesi al piano nazionale. C’è questo automatismo?
«Non confonderei i due livelli. Ma è evidente che un lavoro comune iniziato in Sicilia potrà avere conseguenze su un piano più ampio».

 

La scelta del candidato a chi spetterà?
«Se ne occuperanno i siciliani, come è giusto che sia. In campo ci sono più personalità».

 

Il governatore uscente, Crocetta, è del Pd, pensa alla ricandidatura e chiede le primarie.
«Crocetta più che del Pd è del Megafono, la sua lista che ha recentemente rispolverato. Comunque, se serviranno le primarie si faranno».

 

Il ragionamento che fa per Ap vale anche per Mdp?
«In Sicilia si può sicuramente costruire un lavoro comune. Siamo proiettati su questo obiettivo».

 

Però Mdp è molto critico verso il Pd e verso il governo.
«Mdp governa insieme a noi ma continua a votare contro un governo che dicono di voler sostenere. È una contraddizione che va risolta».

 

Giuliano Pisapia invece sembra più dialogante con il Pd e verso Renzi.
«Il Pd guarda con attenzione al campo alla sua sinistra. Siamo interessati a forme di collaborazione, l’applicazione dipenderà dalla legge elettorale che ci sarà».

 

In Sicilia, mentre centrosinistra e centrodestra non hanno ancora definito coalizioni e candidati, il M5s è già in campagna elettorale. Tra i due litiganti il terzo gode?
«Ci sono tanti modi di stare in campagna elettorale e il Pd c’è, eccome, anche se ancora non c’è il candidato. Tuttavia il M5s più che fare campagna elettorale, sta cambiando le carte in tavola a cominciare dalla lotta all’abusivismo edilizio. Il M5s ha ammainato la bandiera della legalità per ammiccare ai voti degli abusivi».

 

Sull’abusivismo il ministro Delrio ha annunciato la linea dura contro i condoni facili. Intanto, è stata impugnata la legge della Regione Campania.
«Le sentenze della magistratura si applicano sempre, anche quelle per le demolizioni. Per il resto, i condoni non possono essere la soluzione a qualsiasi cosa. Questo non vuol dire non occuparsi di chi ha una prima casa non in regola ma vuol dire che non si può dare il segnale che qualsiasi cosa si faccia sia sempre lecita».

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