“Il problema non è la mia fiducia, l’importante è che alle parole seguano gli atti. Per me questo vuol dire che il PD incardina in Parlamento una nuova legge che superi i limiti dell’Italicum e riapre il confronto”.
Così, intervistato da Repubblica, l’esponente della minoranza dem Gianni Cuperlo.
“Nella lettera a Renzi io ho indicato tre principi: recuperare la rappresentanza, collegi uninominali per rifondare il legame tra eletti ed elettori, un premio di maggioranza che incentivi la governabilità”, spiega.
“Il ballottaggio ha senso nei collegi. Un ballottaggio nazionale per il Parlamento non ha precedenti e temo non funzioni in un sistema tripolare”.
Quanto alla proposta di introdurre solo il premio di coalizione, per Cuperlo “Franceschini ha un chiaro disegno politico: per lui la legge elettorale dovrebbe stabilizzare l’attuale maggioranza, per governare anche in futuro con Alfano. Ma questa è una linea che divide il PD. Io voglio ricostruire il centrosinistra”.
Alla Direzione del partito Cuperlo si aspetta “una proposta chiara del PD sulla quale aprire un confronto a partire dal centrosinistra. Mi aspetto un’ indicazione chiara su come si eleggeranno i senatori. Mi aspetto che si parli dei problemi dell’ Europa e di una società e di un’ economia che chiedono al governo un cambio di passo”.
“Non voglio nessuna scissione”, sottolinea Cuperlo, “e lavoro perchè dopo questo referendum vi siano ancora le ragioni e la forza di un campo più largo di noi. Il premier dice che in due mesi ci giochiamo i prossimi vent’anni. Forse è vero ma dovrebbe chiedersi lui per primo se non sia un errore drammatico aver messo l’Italia dinanzi a questo bivio, con un’ Europa e un mondo scossi”.
Ad ogni modo Cuperlo non vede “una deriva autoritaria”, piuttosto, dice, “questa rischia di essere soprattutto un’occasione sciupata”.