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Renzi: ‘Casa Italia’ sia un progetto in cui si riconoscono tutti. E su Roma: mai viste tante bugie, ma non festeggio

“Quello di ‘Casa Italia’ sarà un lavoro di anni e serve la collaborazione di tutti “senza che su questo si giochi alcuna battaglia politica”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi ospite ieri sera a Porta a Porta.

Questo dopo aver convocato le parti a Palazzo Chigi per cominciare a ragionare di ricostruzione, di prevenzione, di riqualificazione degli edifici: “Un lavoro che andrà avanti almeno per un decennio”.

Sono invece “i professionisti a stimare che un’operazione del genere, quella complessiva che si vuole fare con ‘Casa Italia’, potrà costare dai 100 ai 300 miliardi di euro”. Renzi ha poi precisato : “Il problema non sono i soldi: ci sono, bisogna spenderli bene ed evitare che la gente ci mangi sopra, che siano fatti interventi a capocchia. Non ho detto cifre, non inizierò a farlo adesso”.

E poi l’appello affinché sia un “percorso bipartisan”: “litighiamo su tutto, sulla legge elettorale o altro, ma non su Casa Italia”.

 

Il premier ha poi commentato la vicenda di Roma con il M5S grandi difficoltà: “Trovo molto esagerate le letture di oggi che dicono che il M5s è finito. A Parma hanno fatto cose buone, in altre città clamorosamente fallito. Il M5s non aveva la certezza di vincere a Roma e Torino e non ha la certezza di perdere oggi” e aggiunge “Non festeggio. Lo so che nella logica politica uno vede gli altri fallire e dovrebbe dire ‘Evviva!’. Io no. Se Raggi fauna bella figura, fa bella figura Roma. Le scene di queste ore sono francamente indecorose per tutti, compresi i sostenitori dei Cinque Stelle. Francamente e umanamente sono triste per questo. Mai viste tante bugie tutte insieme, però da italiano e presidente del Consiglio sono dispiaciuto”. Ma prosegue è “ora di smettere con la politica del due pesi e due misure: se indagano uno del Pd deve andare in galera. Se indagano uno dei Cinque Stelle è colpa dei poteri forti. Spero che l’atteggiamento di doppia morale dei M5S dopo questa vicenda finisca”.

 

E’ poi intervenuto sulla riforma costituzionale ricordando che: “Entro il 25 settembre fissiamo la data del referendum, che a norma di legge sarà tra i 50 e i 70 giorni successivi. Decideremo dopo aver ascoltato le opinioni delle opposizioni e di tutte le forze politiche”.A naso la data del referendum sarà tra il 15 novembre e il 5 dicembre” e ha aggiunto che “nessun articolo della Riforma cambia i poteri del presidente del Consiglio”.

E a proposito delle sue dimissioni nel caso di vittoria del ‘No’ , “non ci ho ripensato. Ma siccome in tanti mi hanno detto che non dovevo personalizzare il referendum, ho detto solo che non parlo più del mio futuro. C’è tanta gente che si preoccupa del futuro dell’Italia. Questo referendum non riguarda il futuro di una singola persona, ma il fatto che si possano ridurre delle poltrone, che solo la Camera darà la fiducia al governo e che si interverrà sulle regioni”, ha concluso.

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